Como, bullismo in classe
Gli smartphone
vanno nel cassetto

Il dirigente di Prestino adotta la linea dura dopo il caso di un video tra compagni di classe finito sul web. Stesso divieto alle Canossiane: «Da noi funziona»

Cellulari in classe: a Prestino scatta l’embargo. Avere il telefono sempre a portata di mano, dagli 11 ai 13 anni, a scuola può creare qualche guaio.

È successo per esempio alla secondaria Aldo Moro: un ragazzino in palestra ha girato un video per prendere di mira un suo compagno, il filmato è finito in rete ed è poi stato bloccato. Niente di troppo violento, ma su internet i contenuti viaggiano veloci, il limite tra uno scherzo e un atto di bullismo è sempre labile, serve ancor più delicatezza con dei minorenni. Tanto è vero che i genitori dell’alunno filmato, visto il video, hanno bussato alla porta della scuola per chiedere lumi. Per una sciocchezza simile sono stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti coinvolti, sospensione compresa. Così in via Picchi arrivano nuove stringenti regole.

«All’inizio delle lezioni - si legge nella circolare - gli alunni consegneranno in classe al docente della prima ora i cellulari, rigorosamente spenti. I cellulari verranno riposti in un cassetto o in un armadio chiuso, la cui chiave sarà tenuta dal docente o dai docenti che si susseguono nelle lezioni. Al termine della giornata verranno restituiti ai singoli alunni dall’insegnante in servizio».

Nella circolare si suggerisce ai genitori di fornire strumenti adeguati alla maturità dei loro figli, l’intervento educativo della scuola viene reputato insufficiente per sradicare l’abuso dei telefonini, un malcostume che può trasformarsi in un reato penalmente perseguibile.

La linea dura è già realtà alle Canossiane. «Da noi funziona - commenta suor Maria Pina Lombardini, dirigente scolastica all’istituto - alle medie gli studenti entrando di classe devono lasciare in una cassetta chiusa a chiave i telefonini, li riprendono alla fine delle lezioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA