Como, gira alla moglie i risparmi dei clienti
Condannati il promotore e la banca

La Fineco dovrà risarcire 125mila euro a un idraulico e a un sacerdote comaschi

Il dipendente si era fatto consegnare i codici segreti e si era appropriato dei risparmi

A settant’anni, dopo una vita trascorsa a sistemar tubi e bloccare falle con in mano cacciaviti e chiavi inglesi, non ne voleva sapere di imparare a usare un computer per gestire i propri risparmi. Non ne vedeva il motivo, visto che nel suo promotore finanziario aveva fiducia totale, al punto da consegnargli i codici segreti per operare a suo nome sul conto corrente. Una fiducia mal riposta, però, visto che in dieci anni s’è visto sfilare dal conto più di centomila euro di risparmi. Soldi spariti che la banca non voleva restituire in quanto - sosteneva - password e codice utente non si devono consegnare.

I giudici di Milano hanno invece condannato la Fineco Bank a risarcire i tre quarti dei soldi sottratti dal suo promotore finanziario.

Una sentenza che ribalta quella del giudice di Como, secondo cui invece la consegna dei codici d’accesso al proprio conto on line sarebbe condizione sufficiente per non ottenere alcun risarcimento dall’istituto di credito, e che va ad aggiungersi a un precedente analogo pronunciamento che aveva dato ragione a un sacerdote comasco.

Un promotore finanziario - successivamente radiato dall’albo professionale - procurava clienti alla banca per la quale lavorava: la Fineco. Tra i nuovi correntisti anche due sue conoscenze: un idraulico e un sacerdote, entrambi anziani e poco (o, meglio, per nulla) avvezzi all’utilizzo del computer.

Il promotore aveva convinto i due clienti a consegnargli i codici segreti per operare a loro nome sul conto, ma anziché procedere a investimenti o ai bonifici richiesti dai due risparmiatori, ha girato soldi alla moglie.

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