Como, Villa Giovio vuota
e chiusa da 35 anni

Di proprietà dell’Inail, è inutilizzata dal 1979

Il direttore: «È nel piano delle dismissioni»

Como

Sembrava cosa fatta almeno l’apertura del parco di Villa Giovio, dopo il pronunciamento del consiglio comunale, ma in realtà la situazione è molto complessa. Il sindaco Mario Lucini ammette che erano stati fatti una serie di incontri, «ma l’apertura non è semplice poiché l’Inail lo darebbe al Comune nell’ambito di una permuta».

Ma a Breccia, non è solo il parco ad essere inaccessibile. All’interno del compendio ampio circa nove ettari, c’è infatti la storica villa di 3mila metri quadrati del Settecento, su progetto di Simone Cantoni (noto ai comaschi per aver progettato Villa Olmo).

«Sino agli anni ’80 - si legge sul sito dell’Inail - l’edificio è stato utilizzato quale Centro di riqualificazione funzionale dell’Istituto, precisamente come convalescenziario per silicotici. Sarà presto restaurato per trasformarlo in Centro europeo sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro». E ancora: «Si prevedono un centro di raccolta dati, un laboratorio chimico sanitario, un laboratorio meccanico e un centro di formazione. A fianco di tali aree sono previsti, infine, uffici per le attività connesse al funzionamento del centro». Questo progetto risale al 2006 e prevedeva un impegno di otto milioni di euro. Poi però, nel concreto, non era successo nulla e il progetto era rimasto tale.

Sul tema si era attivato ancora prima anche l’ex sindaco Alberto Botta, che aveva offerto all’Inail una convenzione da 250mila euro per l’apertura al pubblico del parco, attrezzato a cura del Comune, ma anche quella era rimasta solo un’idea.

Il futuro di Villa Giovio, però, è avvolto nel mistero. Il direttore dell’Inail di Como Moreno Cogliati dice infatti che la proprietà «è inserita nell’elenco dei beni in dismissione».

Nel novembre scorso il caso Villa Giovio era arrivato anche in consiglio comunale. Patrizia Lissi e Vito De Feudis, entrambi consiglieri Pd, già dal 2009 (quando non erano ancora stati eletti a Palazzo Cernezzi) si fecero promotori tra i residenti del quartiere di Breccia di una raccolta firme per chiedere l’apertura alla città del parco. Ne raccolsero centinaia che inviarono all’allora sindaco Stefano Bruni e ai vertici dell’Inail.

Come detto, poi, sempre loro hanno portato la vicenda anche sul tavolo di Lucini. Nel documento approvato in consiglio comunale in particolare si faceva presente che «con la restituzione alla città dello spazio a verde attiguo alla Villa, attestato su via Varesina alta, con la predisposizione di un piano di fattibilità economica che tenga conto delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria; la definizione di un’apposita convenzione per la gestione del parco e della Villa, nonché della sua manutenzione».

Le ipotesi del Comune con l’assessore al Verde Daniela Gerosa parlavano di apertura del parco «entro la primavera, massimo estate, del 2014». Ma non si aprirà nulla nemmeno dai prossimi mesi, visto che tra Comune e Inail, come ha chiarito Lucini, l’accordo ancora non c’è. «L’apertura non è semplice» definisce con chiarezza che la situazione è tutt’altro che delineata.

Intanto però Villa Giovio e il suo enorme parco restano inutilizzati. Un gioiello che molti comaschi non conoscono nemmeno perché nascosto in fondo al parco, dove non può accedere nessuno. L’Inail tra il 2008 e il 2009 fece anche sistemare gli stucchi dei saloni portando avanti l’opera di manutenzione. Resta però ora da capire se la proprietà verrà davvero ceduta, in che tempi e soprattutto a chi.

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