Con i comaschi a Roma
«Un’avventura di fede»

Un viaggio in bus Como-Roma con partenza alle 19 e arrivo alle tre di notte per “esserci” nel giorno della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII

Un viaggio in bus Como-Roma con partenza alle 19 e arrivo alle tre di notte, dove la parola arrivo in realtà altro non è che una seconda partenza perché, una volta parcheggiato il pullman al Verano c’è da camminare un bel po’ per arrivare alla stazione Termini; e da qui c’è da prendere la navetta che porta a largo Argentina e, da lì, da compiere una seconda camminata quando ancora l’alba non è spuntata per raggiungere, almeno sognare di raggiungere, piazza San Pietro e partecipare alla canonizzazione di papa Wojtyla e di Papa Giovanni XXIII.

Una fatica da vivere

Ore di attesa stipati e mescolati con 800mila persone che parlano lingue diverse, tanti polacchi e sudamericani, ma anche tedeschi, africani, francesi, orientali e persone che hanno volti difficili da connotare. I comaschi di Cl, una ventina, hanno fermato il loro pullmann a Saronno sabato sera e viaggiato fino a Roma. Un viaggio per “rendere grazie”, dicono i comaschi, per andare a rubare a Roma emozioni e momenti di intensa commozione. La fatica? Per i pellegrini fa parte del viaggio, fa parte «del sacrificio che si compie volentieri per poter essere parte di un momento così importante come la canonizzazione di due papi». La prova di resistenza è tanta, soprattutto perché già alle 4 di mattina si è in coda, affastellati in una via Conciliazione che è irriconoscibile tanto è colorata, piena di bandiere, stendardi e messaggi per i Papi scritti in tante lingue diverse.

Leggi il reportage completo di Carla Colmegna da Roma nell’edizione de La Provincia in edicola lunedì 18 aprile

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