Condannato per violenza sulla figlia
La Cassazione: “Il padre sia liberato”

I giudici di Roma annullano il “no” alla richiesta di revisione del processo

I giudici della Cassazione non chiudono il caso dell’imprenditore comasco condannato a sette anni e mezzo per violenza sessuale sulla figlia. Anzi, in un provvedimento preso martedì sera accolgono il ricorso dei suoi legali (Ambra Giovene, Cataldo Intrieri e Mino Siracusa) e annullano la sentenza con cui la corte d’Appello di Brescia aveva annulla la richiesta di revisione del processo. Un provvedimento, quello della Suprema Corte, che inevitabilmente colpisce anche la revoca della sospensione della condanna definitiva subita dal cinquantenne comasco, con conseguente mandato di cattura eseguito a Dakar, in Senegal, nei mesi scorsi.

La vicenda giudiziaria è particolarmente complessa. L’uomo, condannato in tre gradi di giudizio per le presunte violenze sulla figlia - quando questa aveva appena due anni - sulla base della denuncia della pediatra di famiglia e della nonna materna, aveva chiesto la revisione del processo. Una richiesta sfociata in una lunga inchiesta e in una serie di processi combattuti nel corso dei quali l’uomo aveva sempre protestato la propria innocenza.

Ora tutto è rimesso in discussione. I motivo per cui la Cassazione ha accolto il ricorso li si conosceranno solo quando la sentenza sarà pubblicata. Si sa solo che il provvedimento di diniego è stato annullato con rinvio ad altri giudici sempre a Brescia.

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