Errore del 112, soccorsi in ritardo
L’autopsia: «Infarto fulminante»

Anche senza quell’errore da parte del numero unico 112, ben difficilmente Diego Albonico poteva essere salvato.

Anche senza quell’errore da parte del numero unico 112, ben difficilmente Diego Albonico poteva essere salvato. A dirlo è l’autopsia compiuta sul corpo dell’uomo trovato senza vita nella sua casa di via Castel Carnasino, una settimana fa.

Secondo i risultati dell’esame eseguito venerdì dal medico legale, Giovanni Scola, su incarico del pm Ersilio Capone, il rappresentante di commercio di 49 anni è morto per un infarto fulminante. Un attacco di cuore così grave da far ritenere che, anche in caso di soccorsi tempestivi, l’uomo avrebbe comunque avuto scarsissime possibilità di salvarsi.

Anche perché il malore fatale è sopraggiunto e si è sommato a un precedente infarto, decisamente meno grave, e di cui lo stesso Diego Albonico non si era mai accorto. Quando, nel corso della notte, l’uomo ha iniziato ad avvertire i primi dolori alla schiena, era già in corso il secondo infarto. Forse, se fosse andato in ospedale alle 4.40 quando aveva chiamato la prima volta il 112, avrebbe potuto avere speranze. Ma al momento della seconda telefonata, le sue condizioni erano già compromesse.

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