Ex Fisac, cambia la città
Piazza, verde e cinema

Ecco il piano di Esselunga per l’area di Camerlata: opere pubbliche per 7 milioni e mezzo, un ponte su via Badone

Demolizione della palazzina ex Fisac, una grande piazza centrale con tanto verde, un ponte su via Badone per pedoni e biciclette. Nell’edificio principale, spazi per un cinema multisala e - ovviamente - il centro commerciale. Questi i cardini del progetto per riqualificare l’area ex Trevitex di Camerlata, consegnato da Cedi - società che fa capo a Esselunga - al Comune. Il progetto è stato analizzato ieri pomeriggio in giunta. Un’informativa, con tanto di immagini per mostrare il volto che potrebbe avere quella porzione del quartiere.

Dopo una lunga trattativa con i privati, su questa proposta sembrano esserci i margini per un accordo.

Anche se - lo riferiamo a parte - nelle file della maggioranza non mancano le voci contrarie. In totale, l’amministrazione cittadina otterrebbe dal colosso della grande distribuzione 7 milioni e mezzo in opere pubbliche.

Tensione in maggioranza

«Abbiamo visionato la proposta, anche graficamente - ha detto il sindaco Mario Lucini - ma non è stato deliberato nulla. Prima di entrare nei dettagli o fare commenti voglio illustrare tutto a i consiglieri, non sarebbe corretto comportarsi diversamente». Se arrivasse il via libera sul fronte politico, l’accordo di programma finirebbe all’esame del consiglio comunale (Lucini si era impegnato, prima di procedere, ad avere in mano una delibera di indirizzo del consiglio). In caso di approvazione, il passaggio successivo sarebbe la conferenza dei servizi in Regione, per poi arrivare alla firma della convenzione con Esselunga.

Proprio oggi, tra l’altro, i rappresentanti della società saranno a Palazzo Cernezzi per un incontro tecnico.

L’iter prosegue e il Comune punta a chiudere la partita in tempi piuttosto rapidi, con il possibile avvio dei lavori nella prima metà del 2014. A sbloccare la situazione ha contribuito anche la fine della moratoria sui centri commerciali: scade il 31 dicembre prossimo (non ci saranno proroghe) e la giunta regionale ha già stabilito le nuove regole.

Passando ai mal di pancia nella coalizione di maggioranza, resta come tema particolarmente spinoso il destino della palazzina dell’edificio che ospitò la “Fabbriche italiane di seterie A. Clerici”.

Il piano illustrato ieri in giunta ne prevede l’abbattimento e ipotizza di ricordarne la presenza installando pannelli con tessuti e stampe colorate. Solo una prima ipotesi, in ogni caso è la conferma della volontà di lasciare una “traccia” della vecchia fabbrica tessile. Ma si erano già detti contrari alla demolizione, e non hanno cambiato idea, gli espondenti del gruppo Paco-Sel (in consiglio siedono Vincenzo Sapere e Luigi Nessi).

Dibattito sull’edificio storico

Conservare tutta la maxi costruzione, però, comporterebbe la rinuncia a una parte delle risorse dei privati, soldi che il Comune intende invece indirizzare alla sistemazione del la zona.

Chiare, in questo senso, le parole arrivate dal sindaco nelle scorse settimane: «Le risorse a mio avviso dovrebbero essere utilizzate in massima parte per la riqualificazione degli spazi a servizio del quartiere. Questo comunque non significa che non si possa fare un progetto per conservare una testimonianza della vecchia fabbrica».

Quanto alle altre opere pubbliche che il privato realizzerebbe, è emerso che il sovrappasso pedonale in via Badone si collegherà con la nuova piazza, allo stesso livello.

Nella proposta di Esselunga è inserita la riqualificazione del primo tratto di via Varesina (illuminazione, marciapiedi, sosta) fino all’incrocio con via Lissi. Accantonata, invece, l’ipotesi iniziale di un nuovo capolinea degli autobus in piazza Camerlata. n

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