«Frontalieri, nessun aumento
dopo l’accordo con la Svizzera»

A Mendrisio il vertice tra italiani ed elvetici e i timori di una stangata. Maroni: «Ristorni? Ai Comuni fondi immutati»

Caso ristorni, per i frontalieri ci sarà un aumento graduale della tassazione ma contenuto e distribuito nell’arco dei prossimi 15 anni, mentre per i Comuni c’è un cauto ottimismo: «Gli accordi prevedono meno ristorni, non meno contributi», ha affermato il presidente della Regione Roberto Maroni. La pressione fiscale sui frontalieri nel breve e medio periodo dovrebbe restare «mediamente invariata» e così i trasferimenti ai Comuni, che già adesso arrivano da Roma. E oggi, martedì, in consiglio regionale è prevista l’audizione di Vieri Ceriani, economista e sottosegretario di stato all’Economia. Spiegherà le novità previste nel pacchetto di accordi bilaterali che si prevede venga ratificato a marzo. I

I nuovi accordi comprendono una serie di novità, tra cui l’introduzione dello “splitting” fiscale al posto dell’attuale sistema dei ristorni: la Svizzera terrà il 70% del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte, il 30% restante verrà tassato da Roma in base alla legge italiana. Oggi il Canton Ticino restituisce all’Italia il 38% di quanto incassato e trattiene il 62%. L’obiettivo è arrivare al totale delle imposte versate in Italia.

Il messaggio dal governo.

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