Gli incontri di Parolario
tra scienza e sentimenti

Toccante l’incontro di ieri sera a Villa Olmo con Mario Melazzini

Spazio anche agli eterni secondi raccontati da Marilena Lualdi

Como

Ci sono malattie di cui è difficile parlare, di cui si dimentica spesso se non si ha un parente che ne soffre o non le si vivono sulla propria pelle. È il caso della Sla.

Mario Melazzini, ospite ieri sera di Parolario a Villa Olmo, intervistato dal direttore de La Provincia Diego Minonzio. Medico, marito e padre di tre figli, convive da anni con la Sla e tutta la sua attività si è indirizzata al miglioramento della vita dei pazienti. Dall’ottobre dello scorso anno, dopo avere presieduto Aisla e Arisla, è assessore alla sanità della Regione Lombardia.

La presentazione del suo “Daniele che avrà vent’anni nel 2020” è stata particolarmente toccante e intensa.

Di sanità si è parlato anche in uno degli incontri organizzati in collaborazione con Comocuore con Giorgio Cosmacini, medico e storico della medicina, e il cardiologo Giovanni Ferrari, presidente della onlus comasca.

Tema dell’incontro moderato da Serena Brivio “La scomparsa del dottore”. La giornalista Marilena Lualdi, responsabile delle pagine economiche de La Provincia, ha dedicato “L’importanza di essere secondi” a figure di secondo piano della storia (da re Giovanni Senza Terra a Ron, l’amico di Harry Potter) destinati a restare sullo sfondo, ma che hanno svolto ruoli fondamentali.

Ne ha parlato con l’industriale Graziano Brenna sottolineando come siano state «soprattutto tante donne, in ombra, ma determinanti per il successo di tante imprese».

Villa del Grumello è stata teatro di una doppia rievocazione storica degli anni del fascismo a Como. Con “Le rotte del Transatlantico” Giorgio Cavalleri (Abbondino d’oro di quest’anno) ha prima raccontato con Elisabetta Ferrario le vicende che hanno portato alla costruzione del Novocomum, uno dei capolavori di Terragni, poi ha presentato il volume “Como, il fascismo, le immagini. Una città in camicia nera” (Carlo Pozzoni editore) con il giornalista Pierluigi Comerio. Purtroppo assente Giancesare Bernasconi, per tanti anni il punto di riferimento fotografico per La Provincia e per tanti comaschi: le foto raccolte nel volume appartengono all’archivio del padre Ansaldo e dallo zio Miro. Senza alcuna volontà nostalgica, il libro mostra una città che abbiamo dimenticato.

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