Green pass, nuove regole
Forse sarà rilasciato
solo dopo la seconda dose

Riflessione dopo il diffondersi della variante Delta

Il vero banco di prova sarà da domani, giovedì 1 luglio, quando entrerà ufficialmente in vigore a livello europeo. Ma sul green pass, la “certificazione verde” che serve a garantire sicurezza negli spostamenti (anche internazionali, tra Paesi dell’Ue) e l’ingresso in specifici luoghi o eventi, sembra adombrarsi già una possibile modifica in corsa, alla vigilia della partenza vera e propria. A innescare la riflessione, l’avanzata della variante Delta a livello mondiale.

Verso la rimodulazione

Premessa: non è in discussione il principio alla base del documento, ma il suo ottenimento già con una sola dose di vaccino in corpo. Attualmente, infatti, il pass sta arrivando anche a chi ha effettuato la prima inoculazione da almeno 15 giorni (in realtà, in alcuni casi l’sms col codice per ottenere la certificazione arriva anche prima dei 15 giorni), ed è un pass «provvisorio» – ma con benefici concreti – che diventa definitivo dopo la somministrazione del richiamo. La variante Delta, però, ancora contenuta in Bergamasca (solo quattro i casi registrati da quando ha fatto capolino, e i primi due contagiati si sono già negativizzati), ma diventata diffusissima per esempio nel Regno Unito, sta mostrando una particolare capacità di infezione anche tra chi ha già ricevuto la prima iniezione del vaccino, mentre col completamento del ciclo vaccinale si ha un’ottima risposta (cioè ben pochi contagi, e men che meno una sintomatologia clinica acuta). Da queste basi, la riflessione sta maturando anche in ambienti governativi: modificare le regole per conferire il «passaporto» solo a chi ha avuto anche il richiamo? Sul tema si è sbilanciato, pur con una prudenza di fondo, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Il documento potrebbe essere consegnato dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane – ha affermato ai microfoni di Radio 24 –. La scelta di rilasciare il green pass dopo la prima dose non è stata un errore, allora i dati ci dicevano questo. Al momento una modifica non serve, ma va messa in cantiere: da medico (Sileri è chirurgo e anche professore associato di Medicina all’Università Vita-Salute San Raffaele, ndr) e non da politico, dico che probabilmente si arriverà ad una rimodulazione».

Le altre modalità per ottenere il pass sono l’essere guariti dal Covid da massimo sei mesi oppure l’essersi sottoposti nelle ultime 48 ore a un tampone con esito negativo.

Le incognite

Il ragionamento sull’eventuale rimodulazione della certificazione per i vaccinati con una sola dose (chi si è immunizzato con Johnson & Johnson, che è monodose, viene invece equiparato a chi ha ricevuto anche il richiamo) deve fare i conti con diverse variabili. L’incognita della variante Delta, appunto, da un lato. Dall’altro lato, un caleidoscopio di fattori che condizionano ogni possibile scelta: la stagione estiva e turistica è pronta a entrare nel vivo, e molti si sono organizzati anche avendo fatto solo la prima inoculazione, ma c’è anche una questione «legale» determinata dal fatto che – a livello nazionale – milioni di vaccinati con una prima dose hanno già ricevuto il green pass, e non è chiaro se la retromarcia possa essere anche retroattiva.

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