«Aiuto, mandami del denaro»
Ma l’email dell’amico è clonata

Migliaia di comaschi in questi giorni sono stati avvertiti dagli amici che qualcuno, utilizzando il loro indirizzo mail stava chiedendo soldi

Le richieste di dati personali via e mail da parte di finti funzionari di istituti bancari sono praticamente all’ordine del giorno.

Migliaia di comaschi in questi giorni sono stati avvertiti dagli amici che qualcuno, utilizzando il loro indirizzo mail (quasi sempre Gmail o Yahoo), stava chiedendo dei soldi a tutte le persone indicate nella rubrica.

«Spero ciò ti arrivi in tempo utile – si legge in una di queste mail, scritta nel classico italiano dello straniero che si aiuta con il traduttore automatico -. Ho fatto un viaggio in Mardin Turchia, e durante il mio soggiorno miei documenti sono stati rubati insieme al mio passaporto internazionale e la mia carta di credito che si trovava nella mia borsa. Per superare tale problema, la mia banca ha bisogno di tempo per elaborare tutti i dati che mi servono per risolvere il tutto. Necessito della somma di 980 euro per coprire le mie spese – prosegue il messaggio -. Puoi aiutarmi a spedire i soldi per mezzo di Western Union? Fatemi sapere».

Poiché la mail è inviata a uno degli amici dell’inconsapevole titolare dell’indirizzo, non poteva mancare anche l’amichevole promessa di restituire la somma nel minore tempo possibile. «Ti prometto di rimborsarti della cifra non appena torno domani. Per favore fammi sapere se puoi farlo per me».

La cosa più logica per chi riceve una lettera di questo tipo è chiamare il diretto interessato e avvertirlo che la sua e-mail è stata clonata. Meglio anche evitare di aprirla: potrebbe portare qualche virus.

Quanto alla vittima della clonazione, ovviamente è sempre meglio che denunci l’accaduto alla Polizia postale. Soprattutto però è meglio che avvisi subito tutti gli amici che ha in rubrica del tentativo di truffa.

«In effetti chi casca nel tranello e versa dei soldi agli indirizzi che gli vengono indicati non ha più alcuna speranza di recuperarli - spiega Fausto Tognini della Polizia postale -. Il denaro va all’estero e per proseguire nelle indagini occorrerebbe una rogatoria internazionale che per casi come questi non viene mai concessa».

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