«I cinesi a Como?
Vengono e copiano»

La notizia di una classe di orientali alla Galli

scatena la discussione sulla bontà dell’iniziativa

Amura: «Nessuna minaccia, ma solo vantaggi»

A Como ci sarà una classe interamente composta da studenti cinesi che frequenteranno le lezioni all’Accademia Galli per diventare stilisti.

Una notizia che segue accordi firmati con la Sisu, prestigiosa università di Shanghai, e la Fudan e che ha suscitato dibattito tra i lettori. Sul sito del La Provincia c’è chi plaude all’idea e chi invece contesta gli accordi definendoli una resa al potente di turno, che sarebbe il popolo cinese, e al quale i comaschi starebbe aprendo le porte affinchè possano copiare e “rubare” il mercato. Salvatore Amura, direttore dell’Accademia Galli definisce le preoccupazioni «antistoriche». A suo dire «La Cina è un Paese da cui copiare più che un Paese di persone che oggi copiano. Andando a Shanghai ci si rende conto di quanto essa sia una città molto, molto avanti ed estremamente curata, ha il treno più veloce del mondo, è molto sicura. Ai cinesi non interessa più copiare - aggiunge Amura - la Cina ha i debiti sovrani più importanti ed è terreno di sviluppo tra i più fertili del mondo, Shanghai è più attrattiva di New York. Temere la Cina è avere una visione arretrata»

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