I peluche di Zia Fausta
da Como all’India

Fausta De Martini sostiene le Missionarie dell’Immacolata

Da anni la comasca fa la spola per dare un futuro a chi non ce l’ha

Como

Niente va perduto di quello che tramite Fausta De Martini giunge in India.

Controlla di persona che se ne faccia buon uso e una volta l’anno peregrina di missione in missione, talvolta in luoghi del subcontinente dove gli occidentali non arrivano. Sarà anche per questo che la riconoscono subito, anche ad Athani, sperduta località del Karnatak dove la cecità infantile è endemica. Ignoranza delle più elementari regole di igiene e mancanza di servizi concorrono alla condizione miseranda soprattutto delle bambine cieche: per questo ha fatto costruire la bella dimora che sarà la loro casa per tutta la vita, ma quando arriva porta un carico di peluche.

I peluche sono il biglietto da visita di “zia Fausta” che per il dono così gradito alle sue “nipoti” non spende soldi – quelli servono a ben altro – ma ricicla l’usato, sollecitandone la raccolta ai bambini della scuola dell’infanzia di Campione d’Italia con la medesima disinvoltura con la quale negli anni ha esteso il coinvolgimento del suo generoso pragmatismo.

La storia di “zia Fausta” infatti comincia più di vent’anni fa, quando l’identità di Fausta De Martini cambia irreversibilmente. Ha perso il figlio Carlo, giovane adulto, in un incidente, alcuni amici la trascinano in viaggio – chissà che l’India non aiuti a dimenticare – e all’improvviso si trova di fronte lo sguardo di bambini la cui unica ricchezza è il sorriso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA