Il canile distrutto dall’incendio
Telecamera termica per trovare Fiby

Olgiate Recuperato anche l’ultimo cane fuggito
Mobilitazione di tanti volontari e specialisti

Recuperato anche l’ultimo cane che mancava all’appello dopo il devastante incendio al rifugio “Amici per un pelo” in località Cantalupo. Intanto sono già una decina i cani ospiti della struttura adottati da privati.

Poco prima delle tre di ieri è stata trovata Fiby, scappata dalla casa a Somaino dove era stata portata per una prima sistemazione d’emergenza dopo il rogo. Si era allontanata sabato e, dopo giorni di intense ricerche, è arrivato il lieto fine.

L’hanno recuperata le guardie eco-zoofile Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) di Lecco e Provincia, alle 2.48 di ieri, a poca distanza dall’abitazione dove era in stallo temporaneo.

Fondamentale per il recupero, oltre all’impegno e alla determinazione di guardie e volontari, l’impiego di una telecamera termica a infrarossi che rileva la presenza di animali a sangue caldo anche nel buio più totale, di una fototrappola e di un cane da ricerca.

«Ringraziamo di cuore le ragazze di Oipa di Lecco e Provincia che, con l’infallibile Said Beid, non si sono risparmiate nelle ricerche di Fiby. Nondimeno ringraziamo Riccardo Terzo di Comosoccorso, che con molto cuore e generosità non ha mai lasciato le ricerche della cagnolina, e tutti i volontari che si sono recati in zona a volantinare – dichiara Diana Baragiola, titolare del canile - Grazie a tutti per il lavoro di squadra che ha portato al risultato ottenuto».

Da Palermo

Da ieri Fiby è tornata nel rifugio in via delle Fontanelle dove era arrivata nel dicembre 2017, a pochi mesi dalla nascita (avvenuta a maggio), dal canile sanitario di Palermo.

«Sta bene – afferma Baragiola – Non presenta ferite. Dall’odore di stalla che emanava deve essersi cibata di sterco di mucca e di cavallo. Le guardie eco-zoofile Oipa che la stavano cercando, allertate dal sindaco Simone Moretti, mi hanno chiamata all’una di ieri per avvisarmi che Fiby era stata avvistata in zona Somaino, a poca distanza dalla casa dove era in stallo. È sempre rimasta in quella zona; non si è mai spostata. Girava in tondo. Scendeva a bere dove c’è un laghetto e poi risaliva verso la casa».

Andirivieni proseguito anche l’altra notte.

«Ricevuta la segnalazione, io e Diana Bariletti (la socia che gestisce il rifugio, ndr) siamo andate sul posto, ma nel frattempo Fiby si era già allontanata di nuovo».

L’avvistamento

Dopo il primo avvistamento all’1.33, è stata tenuta monitorata con il visore termico fino al recupero.

«Ci guardava – racconta Baragiola - Abbiamo provato a chiamarla, è rimasta per un po’ ferma, ma poi è scappata verso la casa dove c’è un boschetto. Sono andata verso di lei, la chiamavo, ma niente. Ho messo del cibo vicino alla casa e, nel girare, l’ho vista che correva come una pazza in tondo verso l’altro punto cibo. Said ha consigliato a me a Diana di non inseguirla, ma di tornare indietro, allontanarci da Fiby e aspettare che fosse lei a venire dove eravamo, seguendo le nostre tracce attraverso l’olfatto».

«Infatti poi è corsa verso di noi, superandoci - ha concluso contenta la stessa Diana Baragiola - Quando è arrivata a un metro da me si è fermata un attimo, ma non si è lasciata prendere. È corsa da Diana, è stata lì per un po’ mentre lei le dava del cibo e alla fine è riuscita a recuperarla. È stata una gioia riportarla al rifugio».

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