Il condominio solidale
È ancora vuoto

Comune fermo, il piano per dare un futuro all’ex casa albergo di via Volta resta solo sulla carta

L’idea è quella di ospitare nei 39 mini appartamenti disabili, anziani, padri separati e studenti

Como

Condominio solidale, un anno dopo: tutto fermo. L’idea era stata lanciata dalla lista Per Como, in prima linea Roberta Marzorati e Mario Molteni con Pia Pullici, in collaborazione con una serie di associazioni e realtà comasche che si occupano dei più deboli. E l’obiettivo era quello di dare un futuro a un immobile di proprietà comunale da tempo vuoto e inutilizzato: l’ex casa albergo di via Volta. Un palazzo che può contare su 39 mini appartamenti, per un totale di 57 posti letto. Concessa in comodato alla Ca’ d’Industria, la struttura ha ospitato per anni alcuni anziani autosufficienti ma poi si è via via svuotata, anche per i costi a carico degli utenti. La proposta lanciata oltre un anno fa era quella di realizzare in via Volta un “condominio solidale”, per far rinascere questi preziosi spazi ed evitare che diventino preda del degrado.

Il piano prevede, con costi inferiori rispetto ad altre residenze, l’utilizzo di 12 appartamenti per i disabili e 8 per anziani autosufficienti, con il supporto di quattro operatori e un coordinatore per garantire l’assistenza. Gli altri 19 alloggi, invece, potrebbero essere offerti - a condizioni agevolati - agli studenti universitari. Ma si era parlato anche della possibilità di riservare spazi alle donne in difficoltà e ai padri separati.

Dopo la presentazione pubblica di questo progetto, altre realtà si sono fatte avanti (dall’Ozanam all’associazione Simpatia) ma il Comune non ha ancora deciso come utilizzare questi spazi in pieno centro città. L’assessore ai Servizi sociali Bruno Magatti sembra intenzionato a puntare sulla co-progettazione, attraverso un apposito bando. Al momento però non ci sono ancora stati passi ufficiali . Sullo sfondo, poi, resta una domanda tutt’altro che secondaria: visto che l’edificio va messo a norma e servono lavori anche piuttosto onerosi, chi sborserà i soldi per finanziare l’operazione?

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