Il patrimonio sotterraneo di Como
«Inaccessibile a causa dell’acqua»

L’archeologo Frigerio: «Basta scavare due metri e mezzo e salta subito fuori»

Difficile scoprire i beni seppelliti dalle costruzioni succedutesi negli anni

Como

«Ogni volta che si scava, anche solo due metri e mezzo di profondità, si trova l’acqua. Per questo è difficile scoprire i tesori nascosti di Como».

Giancarlo Frigerio, archeologo della Società archeologica comense apprezza il Museo dei rifugi antiaerei di Como (Mu.RAC) che sarà inaugurato domenica nel bunker della Croce rossa in via Italia Libera. Ma, in relazione al servizio sulla Como sotterranea di riscoprire, di cui ha parlato ieri L’Ordine, dice che è più difficile del previsto.

Città stratificata

«Ce n’è uno in via Diaz, ma è chiuso da una sbarra - dice l’esperto -. Poi ce n’è uno in via Crispi, sul quale però hanno costruito un condominio e il bunker è stato utilizzato per fare la rampa di accesso all’ascensore. Secondo me più che un bunker era un deposito di munizioni, vista la vicinanza con Villa Mantero. Ma, a parte questo, Como è una città stratificata. Chi arrivava costruiva su quello che c’era prima».

E anche se si volesse andare a cercare i tesori sepolti in centinaia di anni di storia, ci sarebbe sempre il problema della falda acquifera. L’acqua affiora subito, appena si comincia a scavare -ripete Frigerio -.Le stesse terme romane, custodite all’autosilo di viale Lecco, sono asciutte perchè sono sempre in funzione gli aspiratori. Altrimenti sarebbero sempre bagnate».

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