Il presidente del Canton Ticino
«Stop profughi o chiudo i valichi»

La Svizzera, come la Francia, tenta di fronteggiare l’ondata di immigrazione. Fermati nel weekend 350 clandestini. Il sindaco Lucini: «Scelta sproporzionata, pagherebbero i comaschi»

«Se continua così, dovremo chiudere il confine». Le parole, che si portano dietro tutto il carico delle ripercussioni per migliaia di lavoratori, sono del presidente del governo ticinese Norman Gobbi.

Parla, in un’intervista al domenicale NZZ am Sonntag di Zurigo, di misure drastiche che il Ticino potrebbe prendere per bloccare i migranti. L’obiettivo è quello di far pressione sui «Paesi che non rispettano i loro obblighi» perché «il numero dei richiedenti asilo in Ticino è chiaramente cresciuto negli ultimi giorni e oggi sono il doppio di un anno fa». Ecco perché, senza troppi giri di parole, arriva a dire: «Se l’afflusso di rifugiati che giungono dall’Italia continua così, dovremo chiudere temporaneamente le frontiere. Noi facciamo il lavoro per conto dell’Italia e dell’Unione europea, in particolare per ciò che riguarda l’identificazione dei migranti». In materia di asilo - sostiene - il Ticino rappresenta «la frontiera sud della Germania».

Il corpo delle guardie di confine, secondo i dati della stampa ticinese, ferma quotidianamente in Ticino 60-70 persone per soggiorno illegale e 350 il week end scorso.

Durissima la reazione del sindaco di Como Mario Lucini: «Mi sembra un provvedimento assolutamente spropositato e ingiustificato - dice - e non mi risulta che ci sia questo grande accesso di irregolari in Ticino, almeno non attraverso i nostri valichi. È assurdo prendere provvedimenti che vadano a penalizzare tutti i normali flussi economici e di lavoro tra Italia e Svizzera». Dal canto suo il primo cittadino lariano aggiunge: «Su questi argomenti credo sia più logico che ci siano colloqui istituzionali interfrontalieri piuttosto che dichiarazioni sui giornali che non penso possano avere una particolare utilità se non quella di accrescere timori che mi sembrano ingiustificati».

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