Impianti sportivi, i soldi ci sono
Ma il Comune dorme: niente lavori

A disposizione 14 milioni di euro, ma a Palazzo Cernezzi i progetti restano fermi - Tempi sempre più lunghi per il palazzetto di Muggiò e le palestre non stanno meglio

Questa volta non si può di certo dare la colpa ai soldi che non ci sono visto che a Palazzo Cernezzi sono arrivati ben 14 milioni di euro destinati agli impianti sportivi. Palazzetto di Muggiò, ma non solo. 

Una pioggia di milioni con l’obiettivo di sistemare palestre, il campo da rugby e impianti come quelli di via Spartaco e Albate, ma in quasi due anni di amministrazione Landriscina non si è visto muovere neanche un mattone. Progetti (in buona parte inesistenti) e lavori sono rimasti evidentemente nel libro dei sogni, visto che dal novembre scorso non ci sono stati aggiornamenti di alcun tipo. Allora, durante una commissione convocata proprio per capire lo stato dell’arte l’assessore allo Sport Marco Galli aveva spiegato che, dopo aver ottenuto i fondi, aveva convocato le associazioni sportive per stilare una relazione con gli interventi necessari. Il faldone era poi stato trasferito al settore Lavori pubblici e i ritardi hanno iniziato via via ad accumularsi. Il risultato? Solo dopo mesi la decisione di procedere con la caratterizzazione dell’area di Muggiò per valutare l’eventualità di una bonifica. Del progetto del palazzetto rimane lo studio di fattibilità risalente all’amministrazione Lucini. Da allora di passi in avanti non ne sono stati fatti: non è stato ancora pubblicato neppure il bando per affidare la progettazione. Inutile dire che, una volta pronti gli elaborati ci vorranno ancora diversi mesi per la seconda gara, quella di affidamento dei lavori e, forse, della gestione (punto non ancora chiarito).

E prima di poter muovere anche solo un mattone bisognerà abbattere il vecchio palazzetto, simbolo di un degrado e di un’incuria che si trascinano da anni ormai. Problemi analoghi anche per le altre strutture sportive con alunni delle scuole che si ritrovano a fare ginnastica tra parquet che si solleva a causa di infiltrazioni d’acqua mai sistemate o, come nel caso del campo Coni, con le donne che non possono neppure fare la doccia negli spogliatoi dopo essersi allenate perché non c’è neanche l’acqua calda.

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