In aula si discute per ore di nulla
E il consigliere Pd si addormenta

Succede a Como, in consiglio comunale

Como

Il consigliere del Pd Gioacchino Favara è uno dei più attivi, dentro e fuori dall’aula di Palazzo Cernezzi. E sicuramente non se la prenderà per questo articolo e la foto a corredo.

Anzi, un po’ lo capiamo. Non è facile riuscire a stare svegli durante estenuanti dibattiti come quello di lunedì sera in consiglio. Favara ha ceduto alla stanchezza e alla noia, concedendosi un pisolino di dieci minuti, sul suo banco.

A farlo crollare sono stati i continui interventi (soprattutto della minoranza, ma non solo) sulla delibera finalizzata a istituire una consulta giovanile. Delibera che, per la cronaca, non è nemmeno stata votata perché non sono bastate tre ore di interventi (si riprende lunedì prossimo).

La seduta di lunedì è stata - ancora una volta - un susseguirsi di disquisizioni su cavilli, su una singola parola del testo in esame, a lungo si è persino valutato se consentire l’accesso alla consulta alle associazioni con membri fino a 30 anni o scendere a 26, salire a 40, e via discorrendo.

Le responsabilità di situazioni come questa? In parte dell’opposizione, ma soprattutto della maggioranza. Vero che le minoranze esagerano (troppi interventi e troppo lunghi), ma va anche detto che se la maggioranza portasse in aula delibere su temi davvero importanti non ci sarebbe spazio per mozioni poco più che simboliche e si userebbe meglio il tempo in aula (quindi i soldi dei cittadini). Sempre alla maggioranza toccherebbe il compito di mettere mano al regolamento del consiglio, che oggi consente di prendere la parola in continuazione e di andare avanti - in alcuni casi - per 15 minuti.

I primi segni di cedimento iniziano a vedersi, anche nei gruppi che sostengono il sindaco. Favara, per ora, ha ceduto al sonno. Difficile dargli torto.

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