Influenza a Como
ecco i primi casi

Per ora i virus stanno colpendo soprattutto bimbi. «Niente antibiotici, soltanto riposo e antipiretici»

COMO

Primi casi di influenza a Como. La conferma arriva dai pediatri e dai medici di famiglia. Il picco dell’epidemia è ancora lontano (atteso per l’inizio di febbraio) ma diversi comaschi sono già stati messi ko dai virus.

In particolare sono finiti a letto molti bambini, ma non solo. «Siamo solo all’inizio, in ambulatorio ho visto qualche caso sporadico - spiega la pediatra Roberta Marzorati - L’influenza mi sembra un po’ in ritardo rispetto al solito, ma con la riapertura delle scuole i virus si diffonderanno più velocemente e i casi aumenteranno. Per lo più ci sono forme febbrili con gastroenteriti, ho visitato tanti bimbi con problemi legati a virus respiratori, polmoniti e bronchioliti».

Anche l’epidemiologo Fabrizio Pregliasco conferma: «Siamo nella fase iniziale ma la curva sta crescendo. Confermo che il picco è atteso tra fine gennaio e l’inizio di febbraio e aggiungo che non sarà un’influenza particolarmente aggressiva. Invito tutti a non sottovalutare questo genere di malanni, soprattutto se si fa parte delle categorie a rischio, vale a dire anziani e malati cronici». L’influenza in effetti può essere molto pericolosa per chi ha un età avanzata o è debilitato: il 90% dei decessi riguarda persone “over 65”. E i virus colpiscono una percentuale tra il 5 e il 10% della popolazione generale. In provincia di Como le persone che rientrano nelle categorie a rischio sono 160mila; di queste, circa 60mila hanno più di 75 anni.

Due dei tre ceppi di questa stagione circolavano già in passato (il famoso Ah1n1 così come “A Texas 50/2012”) mentre il terzo è nuovo (“B/Massachusetts”).

«L’influenza - spiegano i medici di base - si cura con i normali antipiretici, bisogna mettersi a letto e contattare il proprio medico. Non devono essere utilizzati antibiotici. Importante anche idratarsi, assumere alimenti leggeri e ricchi di liquidi. E non uscite di casa per non trasformarvi in untori». Vanno osservate anche le consuete norme igieniche: «Lavarsi spesso le mani, coprirsi naso e bocca quando si starnutisce o tossisce, utilizzare fazzoletti di carta e poi gettarli nell’immondizia».

Per tutti i bambini in buona salute è sufficiente fronteggiare i sintomi avvalendosi del consiglio del proprio pediatra, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie il più libere possibile.

Importante consultare il medico in caso di sintomi importanti o che persistono troppo a lungo (oltre i cinque giorni).

Si è contagiosi dal momento in cui si contrae il virus e fino a 5-7 giorni dalla scomparsa dei sintomi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA