Landriscina spiazza il Pd
E parte il pressing
per convincere Lucini
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Forza Italia e Lega puntano sul medico. E i Democratici ora devono accelerare

Como

I baffi e il sorriso sornione di Mario Landriscina, comparsi all’improvviso sulla scena politica comasca (Landriscina ha rivelato a La Provincia che non esclude affatto una candidatura a sindaco), hanno avuto l’effetto del proverbiale elefante in una cristalleria. Non certo per volere del diretto interessato, è chiaro. Eppure le reazioni registrate nel centrosinistra - rigorosamente a microfoni spenti - oscillano tra lo stupore e una mal celata preoccupazione.

Forza Italia e Lega hanno fatto partire con largo anticipo la campagna elettorale, lasciando trapelare il nome più forte nella loro lista di “papabili”. Avrebbero voluto tenerlo coperto almeno fino all’estate, non ci sono riusciti. E se a destra rischiano di bruciarsi, anche a sinistra la scossa è stata forte. Perché il Pd, al momento, un nome da proporre per il capoluogo non ce l’ha. Aspetta che il sindaco in carica, l’altro Mario, sciolga le riserve: se dirà sì, sarà lui il candidato nel 2017, su questo non ci sono dubbi. Lucini prende tempo, anche nella recente riunione con gli iscritti “dem” ha glissato di fronte alle domande sul suo futuro politico. Il partito di maggioranza relativa non vuole forzare, però ha fatto partire il pressing, complice la novità Landriscina: chiede una risposta entro pochi mesi.

Sulla scelta di Mario Lucini peserà l’esito della vicenda paratie, per ora un fallimento. Ma anche la stanchezza accumulata in questi anni faticosissimi a Palazzo Cernezzi potrebbe spingere il geologo a dire stop. Si concretizzasse uno scenario del genere, il centrosinistra ripartirebbe dalle primarie, strumento che ha fatto emergere candidati di valore in altre realtà (vedi Milano). Difficilissimo dire oggi chi potrebbe correre. L’ala sinistra forse schiererebbe l’assessore Bruno Magatti (già candidato nel 2012) mentre i “civici” potrebbero puntare su Lorenzo Spallino. Radio palazzo rilancia però altri nomi, come quello del segretario della Cgil Alessandro Tarpini.

Al di là delle primarie c’è chi, a sinistra, spera ancora di convincere una personalità del calibro di Barbara Minghetti. Esclusa invece la candidatura tutta politica di Luca Gaffuri (c’è un’inchiesta aperta a suo carico per la questione dei rimborsi in Regione), già sconfitto nettamente nel 2007 da Bruni.

La suggestione più grande? Il Pd che “chiama” Landriscina e decide di sostenere una lista civica con esponenti della società civile di primo piano. Un partito della nazione in salsa comasca. Perché tutto si può dire tranne che il direttore del 118 non sia un candidato - potenzialmente - vincente.

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