Li perseguita per avere la casa
Condannato a dieci anni

Mano pesante nei confronti di un pregiudicato di Lomazzo. Quattro anni da incubo tra minacce e auto date alle fiamme

Mano pesantissima del tribunale di Como nei confronti di Giuseppe Santagada, di Lomazzo, 47 anni, residente in piazza Trento ma in realtà in cella. E in carcere Santagada rischia di restarci a lungo, se la sentenza di primo grado letta ieri dovesse venire confermata negli altri gradi di giudizio.

Tentata estorsione e incendio: queste le accuse ipotizzate a carico dell’imputato, protagonista di quattro anni di pressing psicologico - e non solo - ai danni di madre e figlio, costretti a presentare una decina di denunce per riuscire a interrompere il loro incubo.

Tutto è iniziato - secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pm Massimo Astori - nel 2006 quando la donna decide di acquistare in sede di asta giudiziaria una casa tolta, con procedura di esecuzione forzata, proprio a Santagada.

L’imputato avrebbe cominciato ad assediare la sua vittima prima per convincerla a non partecipare all’asta, quindi per cedergli l’immobile. Dapprima promettendole 70mila euro, poi dopo il pagamento di una caparra, una volta rientrato in casa, tornando alle minacce. Minacce diventate realtà nel 2008 e nel 2009, quando nottetempo dapprima la Volvo C70 del figlio, in quel di Cadorago in via Bernini, quindi il furgone di proprietà della donna, in quel di via Isonzo a Limido Comasco, vengono date alle fiamme, proprio come minacciato a più riprese a voce dallo stesso Santagada.

In aula il difensore dell’imputato ha sostenuto che le accuse nei confronti del suo cliente erano in realtà false e frutto di una sorta di vendetta da parte delle parti lese. Alla fine il tribunale, complici anche i numerosi precedenti penali a carico di Santagada, hanno optato per una condanna a dieci anni di carcere e al pagamento di 70mila euro.

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