L’ospedale ci nasconde
il gioiello dei Celti

Il grande cerchio di Montano: apertura del sito archeologico rinviata a data da destinarsi

Slitta ancora, e di mesi, l’apertura del grande cerchio di pietra, il sito archeologico ritrovato durante gli scavi per la realizzazione del nuovo Sant’Anna. Per il grande cerchio dall’aura magica, che ha riposato per oltre duemila e cinquecento anni sotto 60 centimetri di terra, sono stati eseguiti i lavori di sistemazione e cura archeologica del materiale rinvenuto, con il contributo della Regione Lombardia.

Resta però da attrezzare il percorso e risolvere qualche problema di natura organizzativa. Pare che il problema principale sia che non si possa aprire al pubblico il percorso nel cerchio litico senza che sia stata completata la palazzina degli uffici che da anni attende di essere costruita accanto al nuovo ospedale.

«In effetti c’è un po’ di ritardo nel tirare le somme di questo progetto – ammette Stefania Iorio, responsabile della Soprintendenza per Como e provincia che ha seguito tutte le tappe legate al grande cerchio di pietra – come spesso succede dopo il lavoro fatto subentrano altri aspetti, non certo marginali. C’è collaborazione con l’azienda ospedaliera, che attualmente è presa da altri progetti».

Un ritardo di oltre un anno e mezzo rispetto alle prime previsioni di apertura al pubblico che si prolungherà almeno di un altro anno e mezzo. L’apertura del grande cerchio da 68 metri di diametro, è subordinata al cantiere edile.

Lo spazio accanto al Sant’Anna dove sono stati ritrovati i frammenti di quello che si pensa fosse un osservatorio astronomico utilizzato dai Celti, gli antichi Comenses, è patrimonio di tutti e aspetta di essere presentato alla gente. Il percorso tra i ritrovamenti era stato annunciato anche in occasione dell’apertura del nuovo Sant’Anna, tre anni fa. In questi anni la Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia ha lavorato affinché quel patrimonio venisse conservato e valorizzato, la Regione ha fornito il contributo di 180mila euro affinché si potesse dar seguito al progetto, l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna è diretta interessata perché il sito archeologico è nel terreno dell’ospedale.

I reperti archeologici, databili non anteriormente al VI secolo a.C., paradossalmente attendono ancora i pannelli esplicativi che li descrivano e le opere architettoniche per rendere fruibile quello spazio. Per ora il percorso è solo in terra battuta, in sintesi manca la parte di musealizzazione, con indicazioni dell’ingresso del percorso ed allestimento divulgativo del contenuto.

Precedenza però alla palazzina uffici, per la quale si stanno tenendo in questo periodo le conferenze di servizi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA