Lugano, condannato a due anni
Torna libero il re del Lumino’s

Dopo otto mesi di detenzione a Lugano, il tribunale scarcera Luigi Girardi. Condannato a due anni ma con il beneficio della sospensione condizionale della pena

Ronago

Si è concluso con una condanna a due anni di detenzione il processo nei confronti dell’imprenditore italiano Luigi Girardi, 49 anni di Ronago, processato a Lugano da un tribunale svizzero per una serie di reati commessi nelle vesti di direttore del Lumino’s, un locale alle porte di Bellinzona (a Lumino, appunto) al centro di una controversa questione di prostituzione e non solo.

Rimasto otto mesi chiuso in un carcere di Lugano, Girardi ha potuto fare ritorno a casa ieri in tarda mattinata, subito dopo la lettura di una sentenza che gli ha concesso anche la sospensione condizionale della pena per un periodo di prova di tre anni, in base a una formula prevista dal codice penale svizzero. È stato assolto dall’accusa di sfruttamento della prostituzione, perché - ha spiegato il giudice - «tutte le ragazze avevano regolare permesso e non avevano obblighi particolari». Diversa la lettura del tribunale per quanto concerne una presunta tentata estorsione risalente allo scorso anno quando, con il locale bloccato dalla mancanza di permessi, Girardi mostrò al consigliere di Stato Michele Barra, poi venuto a mancare, un video che ritraeva un suo funzionario alle prese con una delle ragazze del locale. Così il tribunale: «Girardi voleva corrompere Barra. Non ci sono dubbi. L’imputato, d’altra parte, no si fa scrupoli a raccogliere quelle che lui ritiene delle prove. I metodi usati da Girardi sono inammissibili. Non ha avuto rispetto per nessuno (...) Voleva fare pressioni per ottenere la licenza». In ogni caso, l’imputato è stato subito scarcerato, per la gioia dei suoi familiari e della moglie su tutti: «Sono felice - ha detto quest’ultima - Aspetto mio marito a braccia aperte. Ce ne torneremo subito in Italia».

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