«Lui mi ha violentato»
Non era vero: condannata

Due anni e mezzo di carcere per calunnia a una donna di 24 anni di Cadorago che aveva falsamente accusato un conoscente di violenza sessuale. Lui era stato arrestato

Due anni e mezzo di carcere per calunnia, sia pure con sospensione condizionale della pena.

Mano pesante del tribunale di Como nei confronti di una ragazza di 24 anni di Cadorago, riconosciuta colpevole di un reato decisamente antipatico: l’avere ingiustamente accusato un suo conoscente di 34 anni, di averla violentata in due circostanze, il 2 giugno e il 20 luglio del 2011, costringendola a rapporti sessuali completi, salvo poi prenderla a schiaffi e calci.

Il tribunale ha stabilito che la falsa vittima di quella violenza debba risarcire la parte civile con il corrispettivo di 10mila euro (più 3mila di spese legali), anche se per il momento non è stato ancora versato un centesimo, neppure prima dell’udienza finale, la scorsa settimana, e questo benché si fosse parlato dell’eventualità di un risarcimento che avrebbe potuto influire sul giudizio finale, magari inducendo il giudice ad applicare una pena meno severa.

L’amico fu arrestato in seguito a una denuncia sporta da Cristina, che gli addebitava due episodi di violenza, senza immaginare, evidentemente, che al giorno d’oggi la scienza medica non lascia scampo. Così, quando in Procura arrivarono gli esiti degli accertamenti medici, si scoprì che dai reperti organici analizzati usciva un profilo genetico che non aveva niente a che vedere con quello del l’unico indagato.

Inoltre nelle giornate e negli orari indicati dalla ragazza, lui era al lavoro, a dieci chilometri di distanza dalla casa di Bregnano in cui si sarebbero consumate le aggressione. È probabile che, a questo punto, l’ex falso “violentatore” possa richiedere un ulteriore risarcimento, quello che il nostro ordinamento giuridico prevede per quanti siano rimasti vittime di una ingiusta detenzione.

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