Maltempo, mezzo milione per Asnago

Già affidati i progetti contro le inondazioni ma c’è il problema del bacino di gestione: «Sarà vietato reimmettere l’acqua nel Seveso»

C’è la questione parcheggi, c’è la questione della convivenza non sempre felice con le auto pendolari. Ma la priorità assoluta, per Cantù Asnago, è l’acqua. Quella che ad ogni acquazzone invade case, cantine, capannoni e strade.

Sul piatto, da parte dell’amministrazione, ci sono 465mila euro e la voglia di collaborare con i Comuni vicini. Ma ancora non basterà, perché le nuove normative in materia richiedono stanziamenti più alti e interventi ulteriori. Quindi servirà reperire altre risorse e fare ulteriori riflessioni.

Questione che si trascina da anni: ogni volta che una pioggia violenta colpisce la città tanti, soprattutto in via Primo Maggio, finiscono con l’avere abitazione e garage invasi dal fango, perché lo scolmatore non riesce a fermare la discesa sulle case della massa d’acqua in arrivo dall’alto.

Anche lo scorso fine settimana la Protezione Civile è stata impegnata per giorni nella corte di via dei Mulini dove ci sono state persone sgomberate e, nonostante il lavoro giorno e notte dei volontari, non si è riusciti a evitare che la piena del Seveso facesse danni all’interno.

Per non parlare dell’azienda Consonni International Contract di via Rienti, invasa da quasi un metro d’acqua, tanto che si è deciso di sospendere l’attività strettamente collegata alla produzione per qualche giorno.

Confrontandosi con i cittadini della frazione, l’altra sera, il sindaco Claudio Bizzozero ha ribadito che cercare di porre fine a questi disagi deve essere l’obiettivo primario e l’amministrazione, da parte sua, ha già stanziato quasi mezzo milione di euro e affidato l’incarico di progettazione delle opere necessarie per cercare di regimentare le acque.

Ma l’accelerata impressa alle nuove normative, anche per cercare di alleggerire la situazione su Milano, ormai messa in ginocchio dalle piene del Seveso, complica le cose.

«Il bacino di gestione del Seveso – ha spiegato – non ci concederà più il permesso di rimandare l’acqua nel torrente. Per questo sarà necessario realizzare delle vasche di laminazione». Il che significa che non basterà quel mezzo milione.

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