Medici e infermieri in pensione
Solo uno su due verrà sostituito

Gli effetti delle nuove regole sul Sant’Anna: turnover fermo al 45% - Previste in un anno 41 assunzioni, tra cui 9 medici e 12 infermieri

Medici e infermieri del Sant’Anna in pensione? Solo il 45%, nei prossimi dodici mesi, verrà sostituito. Lo prevede una delibera recente della Regione, documento che ha dato via libera al “Piano di assunzioni di personale a tempo indeterminato per le aziende ospedaliere - anno 2014”. In Lombardia ci saranno, da qui al mese di luglio dell’anno prossimo, poco più di 1.200 assunzioni a fronte di circa 2.500 pensionamenti.

Una copertura del turnover solo «parziale» e diversa nei vari ospedali in base all’«andamento del costo del personale rispetto alla produzione effettiva». In estrema sintesi, le aziende con un costo più basso potranno sostituire un maggior numero di dipendenti pensionati, quote più basse invece per le realtà che hanno speso di più.

Il Sant’Anna è inserito in un gruppo di nove aziende che dovranno accontentarsi del 45% (escluse le assunzioni con l’istituto della mobilità) con Gallarate, Chiari, Seriate, Mantova. Niguarda, Icp, Lodi e Pavia.

Solo cinque strutture devono accontentarsi di una percentuale più bassa: Fatebenefratelli, San Carlo, Salvini di Garbagnate, Melegnano, Valtellina. Turnover fissato al 55% invece per 17 aziende e al 65% per altre due (“Besta” e Vimercate).

Nel dettaglio, il Sant’Anna potrà assumere, entro il luglio prossimo, 41 persone:9 medici (tra cui un direttore per la struttura complessa Pronto soccorso Osservazione breve e Medicina per acuti, a San Fermo), 12 infermieri, 6 tecnici sanitari, 6 operatori socio-sanitari, 2 tra assistenti tecnici, ausiliari e assistenti tecnici, 6 amministrativi.

Per la prima volta la Regione, su proposta del vicepresidente e assessore alla sanità Mario Mantovani, non ha scelto la strada dei tagli lineari ma ha assegnato un numero diverso di “rinforzi” ai vari ospedali, cercando di premiare chi produce di più.

Ecco perché è stato introdotto un “indicatore di rendimento”, il risultato della divisione matematica tra la produzione e la spesa per il personale.

Anche Palazzo Lombardia, d’altra parte, pur avendo i conti in ordine ha dovuto sottostare alla spending review che obbliga a ridurre i fondi destinati al personale della sanità. E tutto sommato i 50 nuovi ingressi ogni 100, in media, rappresentano un successo delle diplomazie lombarde a Roma, visti i tempi.

Più soldi dallo Stato

Buone notizie arrivano dalla suddivisione del Fondo sanitario nazionale; la Lombardia ha ottenuto 17,5 miliardi su un totale di 107. Mezzo miliardo in più rispetto al 2013.

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