Meloni propone la pensione a 58 anni, ma non tutti sono d’accordo. Diteci la vostra in questo sondaggio ( qui )

La riforma La leader di Fratelli d’Italia lancia l’idea, ma i problemi demografici e sociali del Paese sembrano remarle contro: intanto, in assenza di una nuova riforma entro fine anno, si tornerà alla riforma Fornero

La proposta avanzata dalla leader di Fratelli d’Italia, chiamata “Opzione Uomo” per le somiglianze con la già esistente “Opzione Donna”, si configura come un superamento della cosiddetta riforma Fornero, secondo cui è impostato attualmente il sistema contributivo italiano.

L’idea sarebbe quella di portare l’età pensionabile molto più in basso rispetto a oggi: dai 67 anni età con 20 anni di contributi minimi previsti dalla riforma Fornero si arriverebbe così ai 58-59 anni di età con 35 anni di contributi proposti dalla leader di Fratelli d’Italia. A cambiare però è anche l’entità delle pensioni percepite dai cittadini, che in base a questa proposta verrebbero tagliate del 30%.

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Le critiche mosse alla proposta di Meloni sono legate soprattutto ai dati demografici che classificano il nostro paese come Stato più “vecchio” d’Europa, cioè quello con il più alto rapporto tra abitanti con più di 65 anni e sotto i 15 anni (140,4), con un buon 5% della popolazione (quasi 3 milioni di cittadini) che ha più di 80 anni. Un simile quadro renderebbe difficile mantenere l’equilibrio del sistema previdenziale, perché la percentuale di cittadini che potrebbero finalmente varcare la soglia della pensione sarebbe significativamente più alta rispetto a quella dei giovani che entrano nel mondo del lavoro.

Basti pensare che in Italia i cosiddetti Neet (Not in employment, education or training) ovvero i giovani tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in un percorso di inserimento professionale sono più di 3 milioni, classificando anche in questo caso l’Italia al primo posto tra i paesi dell’Unione Europea.

Diverse sono però le persone favorevoli alla proposta di Giorgia Meloni, anche perché, in assenza di una nuova riforma del sistema pensionistico entro fine anno, si tornerebbe alla riforma Fornero. Tra le altre proposte in campo sul tavolo del Governo c’è “Opzione Uomo”, una soluzione che prevede un’uscita anticipata con il 30% di penalizzazione sull’assegno. Ma non mancano altre ipotesi come “Quota 41” che potrebbe essere ancorata a una soglia anagrafica per ridurre i costi, oppure l’idea di abbassare l’età pensionabile a 62 anni di età e 35 di contributi con penalizzazioni della quota retributiva sotto il limite dei 66 anni e premi al di sopra. Terza ipotesi invece è “Opzione Donna” che prevede una pensione a 58 anni (59 per le lavoratrici autonome) con 35 di contributi: quest’ipotesi è vincolata al ricalcolo contributivo dell’assegno e conseguente riduzione media dell’importo del 20-25%.

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