«Meno tasse, più ricerca all’estero
Così riparte il manifatturiero»

Gli imprenditori d’accordo con l’economista Micelli intervenuto su L’Ordine

«I distretti funzionano, ma ormai i soldi arrivano soltanto dai mercati esteri»

Como

«Gli artigiani hanno sempre fatto rete. Uno fa la pelle, uno i ganci, uno i piedini di legno, Non è questo il punto. Il punto è che se non ho i soldi per far ricerca perchè li devo usare per pagare l’Imu sui capannoni non potrò investirli per capire cosa vuole il mercato straniero e intercettare le richieste».

Enrico Benati, presidente di Cna Como, commenta l’intervista dell’economista Stefano Micelli su L’Ordine e i dati di Intesa San Paolo secondo i quali i distretti sono in ripresa e hanno un effetto locomotiva sull’economia.

Tasse alte

«I distretti funzionano, il tessile, il legno arredo, almeno quelli principali hanno sempre funzionato - dice Benati -. Il punto è che in Italia il lavoro non c’è e bisogna cercarlo all’estero. Ma la ricerca costa. Io qualche anno fa avevo fatto una proposta: un po’ di fiscalità per il futuro. Se i Comuni mettessero a disposizione capannoni industriali pe ri distretti, le aziende potrebbero investire i soldi dell’Imu nella ricerca».

«In questo modo -prosegue Benati - si capirebbe cosa serve agli stranieri e si potrebbe far ripartire il manifatturiero che ha sempre creato ricchezza negli ultimi cinquant’anni e che adesso, invece, è paralizzato.

Silvio Santambrogio, titolare di Tre P & Tre Più, dice la stessa cosa: «Il mercato italiano è fermo e fermo resterà per i prossimi due tre anni. I clienti bisogna andare a cercarli all’estero»

Santambrogio è appena stato chiamato dall’architetto Norman Foster. «Noi faremo le porte di questo grattacielo di New York di 60 piani, un’altra azienda della Brianza farà i bagni e un’altra si occuperà delle cucine. Perché Foster che è uno dei numeri uno ha chiamato noi? Perchè Italia vuol dire affidabilità, vuol dire precisione, vuol dire qualità. Questo vuol dire fare cultura»

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