«Mentì per il pass Ztl»
Butti rischia il processo

La Procura chiude l’indagine sul rilascio al politico del permesso per la Ztl . Cambia l’accusa: da abuso d’ufficio a falso. Lui aveva detto: «Sono sereno»

Como

Parla di «dichiarazioni mendaci» la Procura di Como, rese solo allo scopo di ottenere un pass stampa per il transito e la sosta nella zona a traffico limitato. L’ex senatore Alessio Butti rischia di finire davanti al giudice con l’accusa di falso in atto pubblico: il pubblico ministero Massimo Astori ha infatti chiuso il fascicolo a suo carico sul permesso numero 465 per l’accesso nella zona a traffico limitato di Como e notificato al legale di Butti l’avviso di chiusura indagini, primo passo - salvo sempre possibili colpi di scena - alla richiesta di rinvio a giudizio.

L’atto della Procura contiene una novità rispetto a quanto ipotizzato nel corso dell’indagine, condotta dalla compagnia di Como della Guardia di finanza.

La contestazione iniziale a carico di Alessio Butti, infatti, era di abuso d’ufficio. L’avviso di chiusura indagini, invece, ipotizza il falso in atto pubblico per aver sottoscritto un’autodichiarazione contenente affermazioni giudicate dalla magistratura non vere.

Fin dal giorno della sua iscrizione nel registro degli indagati Alessio Butti aveva commentato: «Massima serenità e massima tranquillità. Trent’anni di attività amministrativa e istituzionale senza mai essere sfiorato nemmeno dal più malevole sospetto parlano per me. Tutti sanno che per decenni ho avuto un ufficio con tanto di posto auto in centro oltre al pass autorità in quanto parlamentare. Avevo quindi un permesso che mi consentiva il massimo dei benefici, che io non ho sfruttato. A cosa mi serviva il pass stampa?».

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