Multe (e proteste) per le minicar
Il nodo dei parcheggi: ce ne sono pochi

Si diffonde specie tra gli studenti l’utilizzo dei quadricicli, equiparati a motorini - Ma la sosta nelle aree destinate alle moto non è sempre consentita: ecco cosa dice la legge

Como

Non solo monopattini e biciclette a pedalata assistita. La nuova mobilità, “dolce” o meno che sia, fa i conti anche con il progressivo diffondersi delle minicar, soprattutto tra giovani e giovanissimi, i cui genitori accordano loro l’utilizzo di un mezzo a quattro ruote in luogo del classico motorino, ritenuto meno sicuro.

La maggior parte dei ragazzi se ne serve per andare e tornare da scuola, come dimostrano alcune aree di sosta privilegiate e battute soprattutto in orario scolastico durante la settimana.

I maggiori problemi di coabitazione riguardano ovviamente la sosta, visto che ciclicamente qualche genitore si rivolge al comando della polizia locale per lamentarsi di una multa. È successo ancora la scorsa settimana per alcune sanzioni comminate, per esempio, in via Petrololo, dietro a via Gallio, area di sosta privilegiata dagli studenti del Gallio (che posteggiano anche accanto al Petit Chateaux, in viale Innocenzo).

Le minicar sono ritenute secondo il Codice della strada alla medesima stregua di un motociclo, il che dovrebbe astrattamente consentire di parcheggiarle nelle aree destinate alla sosta delle moto. In realtà non è proprio così, e può capitare – come è capitato – che qualche agente opti per una sanzione. Il motivo? Un articolo del regolamento di attuazione del Codice della strada (il 351) dice che nelle zone di sosta in cui gli spazi destinati a ciascun veicolo sono delimitate da segnaletica orizzontale, vale a dire dalle classiche strisce, i conducente sono tenuti a sistemare il proprio veicolo nello spazio ad esso destinato, senza invadere gli spazi contigui. Il che, nel caso delle minicar posteggiate nei parcheggi per le moto – ovviamente più stretti – non è mai possibile. Da qui la sanzione.

Una soluzione suggerita dal Comando della polizia locale agli uffici comunali – ma mi rimasta per il momento sulla carta – vorrebbe il ridisegno delle aree per cicli e motocicli senza l’indicazione dei singoli “stalli”, limitandosi al tratteggio delle sole linee perimetrali dell’area, in modo da evitare sconfinamenti.

L’altra soluzione è, più banalmente, quella di pagare, se è vero, come è vero, che salvo diversa indicazione (esempio: «parcheggio riservato ai soli autoveicoli») una minicar può sostare anche negli spazi blu a parcometro, fermo restando l’obbligo di pagare. Il tema è parecchio dibattuto non solo a Como, dove la polizia locale, sugli “sconfinamenti” rispetto alle linee orizzontali applica un metro di maggior rigore, come avviene per esempio anche a Bergamo

A Lecco, l’anno scorso, l’ufficio dei giudici di pace aveva accolto il ricorso di un multato anticipando, di fatto, l’approvazione di un disegno di legge che all’epoca era ancora fermo in Senato fin dal 2008 e che di fatto sanciva il definitivo via libera alla sosta negli spazi per le moto di tricicli, quadricicli e moto con sidecar. Resta il nodo delle strisce e della delimitazione degli spazi, oltre che del numero degli stalli a disposizione. Anche chi gira in moto comincia a fare fatica a trovare parcheggio, soprattutto nei fine settimana.

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