«Ora basta con le paratie
A questo punto fermiamoci»

Sono tanti i comaschiconvinti che sia ora di arrendersi «Meglio archiviare il progetto»

Cosa fare? Andare avanti o fermarsi qui? Proseguire il cantiere paratie o dire basta a un’operazione nata male già anni fa? In città, il futuro del lungolago è sulla bocca di tutti. Si discute seduti ai tavolini dei bar, sulle panchine all’ombra, a passeggio per strada, ovunque.

«Non è una questione semplice - commenta Enzo Pifferi, fotografo e autore di numerosi libri su Como - e la ragione non sta mai da una parte sola. Però, come si fa a tornare indietro? Con tutti i soldi già spesi per giunta. Mi sembra una strada poco percorribile. Adesso, si prova a raddrizzare il colpo e ad andare avanti, provando così a chiudere in modo decente facendo un ulteriore sforzo. Se ci fermassimo ora, quale sarebbe stato il cambiamento?».

Per Ornella Gambarotto, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio, il tempo giocherà un ruolo cruciale: «Se la soluzione di questo estenuante problema s’ipotizzerà in tempi brevi, allora va bene proseguire con le paratie. Altrimenti, lasciamo perdere, sistemiamo la zona e basta. La città deve riprendersi la sua dignità. Un lungolago, da molti definito come il più bello del mondo, non può essere lasciato in questo stato per troppo tempo. Non ha senso, è deleterio per Como e i comaschi. Per tacere dei soldi buttati, con quelli mettevamo a posto la città intera».

Stefano Fagetti, presidente del Centro Studi Luigi Einaudi, fa un passo indietro: «Innanzitutto, bisogna pensare alla genesi dell’opera, avviata con il duplice intento di realizzare le paratie e sistemare il lungolago con i soldi della legge Valtellina. Oggi quelle ragioni non esistono più, al contrario sono lievitati i costi fino a diventare esorbitanti e la prospettiva è rimanere diversi anni con un cantiere aperto e la zona non fruibile. Occorre guardare avanti e non compiere una scelta affrettata ed emotiva. Ridimensionare l’opera sarebbe saggio e condivisibile. Al momento, però, ci sono delle problematiche giuridiche complesse e l’esito del procedimento in corso potrebbe imporre delle scelte. Ciò detto, è bene sperare in una soluzione ragionevole nel breve e medio periodo, anche rinunciando, se possibile, alle paratie».

Carlo Ghirri, ex consigliere comunale, fa due passi indietro: «Non bisognava iniziare nulla. Era sufficiente intervenire sull’esistente solo attraverso alcuni ritocchi. Ora, il minimo indispensabile è finire i lavori in fretta, dandoli in mano a qualcuno capace di fare ciò che serve per chiudere nel minor tempo possibile».

Enzo Molteni, presidente della Canottieri Lario, per lavoro è spesso a contatto con persone provenienti dall’ estero: «Ho esaurito ogni risposta possibile, non so più come giustificare il cantiere agli occhi dei clienti. Il buonsenso mi direbbe di fermarci qua. Agiamo in modo da avere un bel lungolago e lasciamo perdere le paratie. Seguiamo l’esempio di quanto fatto dagli Amici di Como, sistemiamo la passeggiata così da essere fruibile per i cittadini e i turisti. E mettiamo finalmente un punto a questa storia infelice».

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