Palazzo venduto di notte
Non ci fu reato: tutto archiviato

Tra gli indagati l’ex sindaco Bruni e l’ex assessore Cenetiempo e funzionari comunali

Alla fine, volendo, la giunta comunale può anche essere convocata con segnali di fumo o con l’ausilio di piccioni viaggiatori, perché il regolamento di Palazzo Cernezzi non prevede una convocazione formale.

Così, con l’aggiunta di un dettaglio affatto secondario (e cioè che non ci fu alcun abuso d’ufficio), la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto l’archiviazione dell’indagine avviata l’anno scorso sulla vendita di una porzione dell’ex intendenza di Finanza di via Diaz, che il Comune cedette nel luglio del 2008 per 538mila euro. Tutti scagionati: dall’ex sindaco Stefano Bruni all’allora assessore al Patrimonio Enrico Cenetiempo fino a Rachele Costanzo, Silvano Lopane e Francesco Graziano, funzionari dell’ufficio tecnico di Palazzo Cernezzi. La storia, all’epoca, fece un certo rumore, soprattutto perché, nella necessità di fornire risposte celeri all’unico acquirente interessato (l’immobiliare Como 2006, già proprietaria del resto dello stabile), l’esecutivo fu convocato in fretta e furia sul fare della mezzanotte, mentre alcuni assessori danzavano sugli spalti del Sinigaglia, dove live si esibiva niente meno che Jovanotti.

Le perplessità riguardavano anche il prezzo: si arrivò a stimare, in base a una serie di consulenze tecniche, che quella porzione di edificio non avrebbe potuto essere ceduta per meno di 689mila euro, con un ipotetico danno erariale di 150mila euro, tanto che poi si mosse anche la Corte dei conti. Ma gli indagati tramite il pool di avvocati che li ha assistiti (Elisabetta Di Matteo, Ernesto Lanni e Giuseppe Sassi), hanno risposto che non solo la trattativa privata era legittima ma che affrontando un bando, l’asta sarebbe andata probabilmente deserta, con il risultato di dover ulteriormente abbassare il prezzo a base d’asta. Meglio 538mila euro, pochi (per modo di dire) ma subito.

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