Perde il posto di lavoro
E si mette a vendere birre

Il progetto di Riccardo Arcellaschi, 43 anni, a Ponte Chiasso

«Via Brogeda è zona di passaggio, tutto sta funzionando bene»

Fare di necessità virtù, e trasformare una passione in una nuova forma di reddito, per uscire dalla crisi e riappropriarsi del proprio futuro. È la sfida lanciata da Riccardo Arcellaschi, comasco di 43 anni, che da qualche mese ha aperto il beershop “BirrArci” in via Brogeda, a Ponte Chiasso.

Dalla dogana alla spina

«Ho deciso di iniziare questa attività perchè avevo la necessità di trovare un lavoro – spiega – ho un’esperienza di oltre quindici anni nel settore della logistica, mi occupavo di pratiche doganali. Poi un giorno è arrivato il licenziamento, la mobilità. E sono rimasto a casa».

«Ho cercato ovunque una nuova occupazione – continua – ma per gli over 40, come me, è veramente difficile. Nessuno ti vuole, sei troppo vecchio oppure sei troppo specializzato e troppo formato. Da qui l’idea di tornare a un mio vecchio progetto di quando ero ragazzo, ovvero quello di aprire un bar». La passione per la birra ha fatto il resto: Riccardo Arcellaschi ha investito tutti i suoi risparmi e ha cambiato rotta, nonostante le difficoltà ed il periodo di crisi che scoraggerebbe chiunque. «Mi è sempre piaciuta la birra e con gli anni avevo imparato a conoscerla – dice – sono partito con la voglia di promuovere le birre italiane, e se guardo a lungo termine il mio obiettivo sarebbe quello di aprire di trasformare il locale in una birreria vera e propria».

Al momento, infatti, il “BirrArci” è un locale dove si possono comprare birre di alta qualità e dove il cliente può fare degustazioni non assistite.

«Paradossalmente posso dare da mangiare ma non posso servire della birra – spiega – l’autorizzazione è solo per venderla in bottiglia». Un dettaglio che non scoraggia questo ragazzo nato e cresciuto a Monte Olimpino, che ha voluto mantenere stretto il legame con il quartiere: «Via Brogeda è zona di passaggio, tutto sta funzionando bene».

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