Poliziotti disarmati in Svizzera
Stretta di mano e scuse

Si chiude con un incontro a Chiasso l’incidente diplomatico del gennaio scorso, quando due agenti italiani vennero disarmati e interrogati dai colleghi svizzeri. La Questura: «Riconosciuta la correttezza del nostro operato»

Pace fatta tra poliziotti italiani e svizzeri. Si è chiuso definitivamente con una stretta di mano, questa mattina - mercoledì 6 maggio - l’incidente diplomatico del gennaio scorso, quando una volante della Questura sconfinò di notte in Svizzera impegnata nell’inseguimento di un fuggitivo, che aveva tentato di mandare fuori strada i poliziotti della stradale che lo avevano fermato per controlli sull’Autolaghi.

I due agenti della squadra volante della Questura di Como hanno avuto modo di chiarirsi con il sergente della polizia cantonale che quella notte, intervenuto a Coldrerio dov’era stata intercettata la vettura del fuggitivo, aveva fatto disarmare i poliziotti comaschi e li aveva costretti a seguirli in caserma, dov’erano stati interrogati.

La stretta di mano chiarificatrice è giunta dopo che il 18 marzo scorso, al Centro di cooperazione doganale di Chiasso, rappresentanti della polizia elvetica, italiana e un esponente dell’ambasciata italiana a Berna avevano ricostruito quanto accaduto, arrivando alla conclusione che l’operato degli agenti italiani era stato regolare. Dal canto loro i responsabili della polizia elvetica hanno ammesso che forse qualcosa non ha funzionato nel modo opportuno, nell’intervento nei confronti dei colleghi comaschi.

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