Preso mentre ruba una bici in città: «L’avrei venduta per meno di 20 euro»

Giovane di Limbiate fermato dalla polizia in via Borgovico mentre tagliava la catena. Doveva passarla a sconosciuti in zona stazione.

Vatti a fidare degli oggetti a poco prezzo comprati dai cinesi. Un giovane stava litigando con la catena di una bicicletta marca Decathlon che non ne voleva sapere di saltare, a dispetto della nuova e fiammante tronchese acquistata poco prima in un negozio cinese, quando è stato bloccato dai poliziotti. Preso e portato in cella di sicurezza con l’accusa di tentato furto aggravato e detenzione di arnesi atti allo scasso.

È fallito l’ennesimo furto di biciclette in città. Ne spariscono a decine ogni settimana. E dopotutto l’esercito di potenziali ladri è infinito, perché infinita è la domanda e numerosa la banda di ricettatori pronta a pagare tra i 5 e i venti euro per ogni furto. Tutto fin troppo semplice: il ladro sceglie il proprio obiettivo, lo ruba e poi si presenta in zona stazione - ma non solo - dove sconosciuti (si dice cittadini nordafricani) sono pronti a ritirare le bici pagando in contanti.

Il giovane aveva visto l’oggetto del suo desiderio in via Borgovico, all’angolo con via Venini, a due passi dalla stazione San Giovanni. Ma il colpo è tramontato per il pronto intervento dei poliziotti del Reparto prevenzione e crimine di Milano e per gli agenti della squadra volante della Questura di Como.

Ventinove anni, di Limbiate, aveva un lavoro, una casa e una famiglia. Poi ha iniziato ad avere problemi con la cocaina - come lui stesso ammesso ieri davanti al giudice, nell’udienza di convalida dell’arresto - e la sua vita ha subito una svolta negativa. Un paio di anni fa ha già avuto una condanna, sempre per reati contro il patrimonio.

Ha scelto la via del patteggiamento: 1 anno e mezzo di reclusione, l’obbligo di dimora a Limbiate e il rischio di vedersi revocare i benefici della condizionale per le precedenti condanne.

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