Quattro tonnellate d’oro
In 11 rischiano il processo

La Procura di Arezzo chiude l’inchiesta sul traffico di lingotti tra la Svizzera e Caserta

Gli inquirenti: un affare da 180 milioni di euro. Tra i corrieri pure studenti e pensionati

Como

Le previsioni arrivavano puntualmente tutti i giorni. Ma nelle telefonate tra Como e Arezzo non si parlava di perturbazioni atlantiche, nevicate imminenti o cielo sereno, bensì dei chili d’oro da trasferire verso la Svizzera.

Ci sono anche undici comaschi nell’inchiesta su un enorme contrabbando d’oro che la Procura di Arezzo ha chiuso nei giorni scorsi, inviando agli indagati l’avviso di garanzia che potrebbe sfociare - salvo la presentazione di memorie difensive in grado di convincere il pm dell’estraneità degli indagati - in una richiesta di processo.

Dopo due anni di indagini i finanzieri e la magistratura hanno contestato ai presunti contrabbandieri un giro illegale di ben 4.500 chili d’oro per un valore di 180 milioni di euro.

Gli indagati

Una vena d’oro che univa Caserta ad Arezzo a Como e, quindi, la Svizzera. E proprio oltre confine, a Lugano, vive il presunto dominus dell’intero giro di metallo prezioso, un uomo di 65 anni. Sarebbe lui l’uomo a capo di un’associazione a delinquere che tra il 2011 e il 2012 ha percorso in lungo e largo l’Italia con i doppifondi delle auto pieni di contanti e di lingotti.

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