«Quei pittori cancellati dai cibi»
Sgarbi strega gli ospiti di Riva

Il critico d’arte: «Carpaccio ha dato il nome alla carne, ma è stato dimenticato»

Poco meno di un’ora di ritardo: quasi le dieci anziché le nove. Ma nessuno dei 500 presenti, pur se con qualcosa di più che un paio di alzate d’occhi - sabato sera - lascia il suo posto vuoto da Riva1920.

Vittorio Sgarbi, critico d’arte e uomo di spettacolo, arriva accompagnato dal suo entourage, di cui fanno parte tre femmine bionde. Sorriso e mano stretta a quasi tutti coloro che incontra a margine del lungo tavolo del Museo del Mobile. Uno show iniziato con ironia e battutacce e concluso tra gli applausi per la grande competenza di Sgarbi nello svelare, con percepibile passione, l’emozione provocata dall’arte.

«Mai avrei immaginato che a Cantù, in un sabato sera con la nebbia, ci fosse così tanta gente - ha esordito - In pizzeria ho incontrato dei ragazzi a cui ho detto che avrei fatto una mostra di Tiziano: mi hanno chiesto se si trattasse di Tiziano Ferro, il cantante. Del resto metà delle persone equivocano tra il pittore Bellini e il cocktail. Stasera iniziamo da Carpaccio: un pittore mangiato, completamente cancellato, dal piatto a lui dedicato».

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