Rebbio, cento famiglie
si autotassano a fin di bene

Vasto sostegno nel quartiere al progetto di aiuto a 19 profughi - Parrocchia e sei volontari, tra gli ospiti anche due bimbi piccoli. Il parroco: «Abbiamo allestito anche una “stanza delle emergenze”in cui ospitiamo persone in transito verso altri Paesi europei e che necessitano di cure urgenti»

Como

Avviare gli ospiti accolti in parrocchia ad attività di lavoro agricolo. E offrire agli adolescenti la possibilità di guastarsi la sera un film al cinema con i coetanei, attraverso la ricerca di giovani volontari che dedichino il loro tempo serale alla conoscenza e all’aiuto del prossimo.

Sono alcune delle iniziative di arricchimento del progetto “Sostieni chi ti è vicino” portato avanti dal marzo del 2011, con l’inizio della “emergenza Libia”, dalla parrocchia San Martino di via Lissi a Rebbio.

Motore del disegno d’accoglienza è il parroco, don Giusto Della Valle, affiancato dal vicario, don Federico Pedrana e da sei volontari del quartiere, tra cui Enzo Arighi, Sara Bonanno e Marilù Samsica. «Nel 2011 abbiamo iniziato con l’accogliere 2 famiglie con un bimbo ciascuna - spiega don Giusto - oggi diamo ospitalità e sostegno a 19 persone tra i 20 e i 40 anni tra cui due famiglie con due bambini nati entrambi all’ospedale Sant’Anna. Il loro Paese d’origine non è più solo la Libia. Arrivano pakistani, curdi, turchi, senegalesi, uomini e donne della Costa d’Avorio, del Gambia o del Kashmir. Per la maggior parte, si tratta di richiedenti asilo, rifugiati o semplici famiglie in difficoltà. E, tra queste ultime, bussano alle porte della parrocchia anche molti italiani». Scopo del progetto d’accoglienza, sostenere le persone in difficoltà fino al raggiungimento dell’autonomia o all’inserimento in una struttura più idonea.

«Abbiamo allestito anche una “stanza delle emergenze” - continua don Giusto - in cui periodicamente ospitiamo persone in transito verso altri Paesi europei e che necessitano di cure urgenti. Uno sforzo che finora siamo riusciti a portare avanti - scandisce - grazie alla collaborazione con Caritas, Acli e Croce Rossa e l’aiuto di 100 famiglie del quartiere che contribuiscono donando fondi, vestiario e tempo prezioso».

Così, il progetto ha tutte le potenzialità per crescere. «Per «sfruttare in modo proficuo i fondi messi a disposizione per l’emergenza Libia dallo Stato - spiegano il parroco e i volontari - intendiamo avviare con la parrocchia di Olgiate Comasco opportunità di lavoro agricolo per gli ospiti all’interno della Casa di Gino.

E potenziare l’accoglienza attraverso il recupero di immobili della parrocchia abbandonati o non a norma».

Inoltre, «cerchiamo volontari giovani che scelgano di svagarsi alcune sere in compagnia dei nostri giovani ospiti - fanno eco i parrocchiani - perché guardare un film al cinema o organizzare una festa in centro con coetanei è più coinvolgente e ha tutto un altro sapore», concludono.n 

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