Rebbio, perseguita la ex
Arrestato per stalking

L’uomo, trent’anni, si era messo a picchiare con violenza sulla porta di casa della donna

Como

Si è messo a suonare al campanello e a picchiare con violenza sulla porta di casa dell’ex fidanzata nel cuore della notte. Al punto che la giovane ha temuto che volesse abbattere l’uscio.

I poliziotti della squadra volante della Questura hanno arrestato un giovane nordafricano con l’accusa di stalking e danneggiamenti. L’allarme è scattato pochi minuti dopo la mezzanotte quando da via Varesina, a Rebbio, è giunta la telefonata di una giovane comasca spaventata per la presenza dell’ex compagno che inveiva contro di lei per convincerla ad aprire la porta.

Quando gli agenti sono arrivati a Rebbio, del giovane non c’era traccia. Ma i segni del suo passaggio erano evidenti: il lunotto di una delle auto parcheggiate vicino al condominio, infatti, era stato distrutto. E l’auto era proprio quella della ragazza che aveva contattato il 113. La giovane ha raccontato agli agenti che l’ex compagno, sentendo le sirene delle auto della polizia in avvicinamento, era fuggito al piano superiore, verso il solaio e da lì era poi riuscito a fuggire attraverso un piccolo terrazzino. Dopo aver verificato che l’uomo non si trovava più nella zona, i poliziotti sono tornati dalla donna. La quale - evidentemente spaventata - ha raccontato che erano ormai 4 mesi che viveva in una sorta di incubo a causa di quell’ex compagno che la stava perseguitando. Quattro mesi nel corso dei quali il violento ex fidanzato avrebbe danneggiato ripetutamente l’auto della donna, bucando gomme, distruggendo specchietti e vetri, e avrebbe preso a male parole la malcapitata ogni volta che la incontrava.

Gli agenti, raccolto il racconto della donna, hanno quindi iniziato a mettersi alla ricerca del sospettato: tunisino, trentenne. Alle spalle due ordini di espulsione dall’Italia, che però ha regolarmente ignorato.

Il sospetto era che l’uomo si trovasse nella zona dell’ex Fisac, tra via Pasquale Paoli e via Badone. E infatti è proprio lì che è stato trovato, all’interno dell’ex Fisac, al terzo piano dell’edificio pericolante.

Accompagnato in Questura, il tunisino è stato identificato e quindi portato in carcere con l’accusa di atti persecutori, danneggiamento aggravato e ingiurie. Quando sarà scarcerato rischia di essere espulso, ma questa volta con accompagnamento coatto al di fuori dei confini italiani.

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