«Rivelò le tracce del concorso»
Ma l’ex assessore si salva

Scopelliti è stato assolto per le false dichiarazioni al pm. All’origine un errore della procura che doveva ascoltarlo come imputato

Como

Ancora pasticci nel concorso truccato per l’assunzione di un agente della polizia locale si arricchisce di una nuova puntata. Con l’ex assessore Francesco Scopelliti bollato dai giudici come tra «i principali responsabili della fuga di notizie» che falsò il concorso e che, proprio per questo, non può essere condannato.

L’ex responsabile della Sicurezza nella giunta Bruni lunedì doveva rispondere del reato di false dichiarazioni a pubblico ministero. Quando scoppiò lo scandalo del concorso truccato, l’ex pubblico ministero comasco Daniela Meliota, titolare iniziale del fascicolo, convocò Scopelliti come persona informata sui fatti. Nel corso del colloquio con il magistrato Scopelliti - secondo l’accusa - mentì. E venne quindi indagato per false dichiarazione a pm. Ma mai il suo nome finì tra quelli accusati di aver svelato le tracce della seconda prova scritta per l’assunzione di un vigile a Como.

Il suo caso è approdato in aula sei anni e mezzo dopo. Ma è stato assolto l’imputato perché manca il presupposto del reato. Tradotto: il reato ci sarebbe anche, ma se è stato commesso è per un errore dell’allora pm, che convocò l’ex assessore come testimone e non nella veste di indagato.

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