«Rovinato al gioco
Ho derubato i clienti»

Consulente finanziario accusato di appropriazione indebita per 130mila euro

«Sei anni in un tunnel: sono rinato grazie alle mie figlie. Risarcirò tutti fino all’ultimo centesimo»

Como

Ci sono errori che non correggi neppure dopo quindici anni. E che, come in un domino impazzito, si moltiplicano spingendoti a sommare i guai ai guai. E alla fine uscire dal tunnel sembra impossibile.

Un consulente finanziario, 48 anni di Breccia, non fa neppure finta di minimizzare gli errori che lo hanno portato diritto in tribunale, dove il 29 ottobre prossimo dovrà comparire davanti a un giudice per rispondere dell’accusa di appropriazione indebita, per aver fatto sparire circa 130mila euro dei propri clienti, soldi affidati a lui per far fronte alle scadenze con il fisco ma mai utilizzati per pagare le tasse.

«Si, è tutto vero. Ho usato i soldi che mi avevano affidato i clienti non per gli scopi per i quali mi erano stati dati».

Il suo è il racconto di un viaggio all’inferno e ritorno. Di cui ancora sta pagando pegno. Un percorso di inciampi e sbagli che il consulente trova il coraggio di affrontare pubblicamente, per chiedere scusa a chi ha tradito e per assicurare: «Risarcirò tutti quanti fino all’ultimo centesimo».

La voragine che ha fatto precipitare il consulente si chiama gioco d’azzardo. «È cominciato tutto verso il 1998». «Ho iniziato a giocare così, quasi per caso. Puntavo su qualche corsa tris, talvolta su altre scommesse sportive, sempre sicuro di poter avere la situazione sotto controllo». Ma sotto controllo non c’è nulla, quando la puntata diventa malattia. Ero arrivato a giocarmi una media di duecento euro ogni giorno».

Dall’incubo ci si può però svegliare. «Nel 2004 è nata mia figlia. È stata lei, anzi loro le mie figlie, ad aprirmi gli occhi. Ero a un bivio: o mi facevo fuori, ma voglio troppo bene alla vita per farlo, o reagivo. Ho reagito».

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