Scuola, scarabocchi
sulle prove Invalsi

La protestaDecine di studenti comaschi boicottano i test ministeriali al motto: «Valutati non schedati» Sui “social” le immagini dei compiti non eseguiti in aula. I presidi minimizzano: «Non era obbligatorio»

Gli studenti di Como boicottano il test Invalsi. Ieri mattina in molti istituti della città decine di alunni hanno rifiutato di compilare la prova ministeriale per la valutazione della qualità dell’insegnamento scolastico. C’è chi ha consegnato in bianco, chi ha scarabocchiato i fogli, chi in classe non si è neppure presentato.

I presidi minimizzano sui numeri, ma qualche studente ha perfino scattato foto delle prove invalidate per testimoniare la propria protesta. «L’Invalsi non è obbligatorio - scrive l’Unione degli studenti di Como sulla propria pagina Facebook - Qualsiasi forma di boicottaggio è legittima, cercare di risalire al singolo alunno è una grave violazione della privacy».

Questo perché, a detta degli stessi studenti, alla DaVinci-Ripamonti i docenti hanno cercato di convincere, con le buone o con le cattive, i loro alunni a svolgere questa odiata prova. Altri casi di boicottaggio, al grido di ”valutati non schedati”, si sono verificati anche al Giovio e al Setificio, alla Teresa Ciceri come alla Magistri.

Valutazione anonima

«A me hanno riferito di episodi isolati - dice Gaetana Filosa, dirigente scolastica alla DaVinci-Ripamonti - a questi ragazzi, comunque sia, non succederà niente, il test effettivamente non è obbligatorio ed è in forma anonima. Questa valutazione serve per riflettere sui punti critici dell’insegnamento, per monitorare, capire come cambiare le lezioni, potenziare alcune materie. I ragazzi dovrebbero capire che l’Invalsi non è un danno, ma uno strumento per migliorare».

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