Sequestro dello skate illegittimo
«Un atto arbitrario dei vigili»

Archiviate le accuse contro il giovane multato dalla polizia locale. Nessun oltraggio, secondo la magistratura reagì a un’ingiustizia

Il sequestro dello skateboard al giovane multato per ben due volte in via Milano e in centro storico da una pattuglia della polizia locale è stato un atto arbitrario e non consentito. A dirlo è la magistratura di Como, che ha deciso di avviare verso l’archiviazione le accuse di minacce e di oltraggio a pubblico ufficiale ipotizzate a carico del ragazzo, poco più che maggiorenne, protagonista di un movimentato diverbio con due vigili urbani in un sabato pomeriggio di fine ottobre.

Il ragazzo era stato bloccato in via Milano, perché girava con il suo skate sul marciapiede, e multato. Ma mentre veniva contravvenzionato aveva avuto un diverbio con uno dei due agenti, al quale si sarebbe rivolto con tono minaccioso scatenando la veemente reazione del vigile: «Se ti vedo sotto casa mia ti ammazzo». Una frase, quest’ultima, sulla quale il comando della polizia locale ha prontamente avviato alcuni accertamenti interni.

Ritirata la multa, in ogni caso, il ragazzo aveva ripreso lo skate e ci era risalito, inseguito a distanza dalla stessa pattuglia che lo aveva appena fermato. Il nuovo stop era stato intimato in centro storico. Qui gli agenti avevano proceduto a una seconda contravvenzione, al sequestro della tavola e alla denuncia del giovane per oltraggio e minacce.

Accuse che la Procura ha però ritenuto infondate, in quanto sono state considerate una reazione legittima a un’ingiustizia, ovvero a quello che la magistratura ha bollato come un atto arbitrario da parte degli agenti. Infatti nel codice della strada non esisterebbe alcun articolo che autorizza l’eventuale confisca amministrativa degli skateboard e, di conseguenza, non è prevista neppure la possibilità di procedere al loro sequestro, come invece avvenuto lo scorso ottobre a Como.

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