Sesso in cambio di soldi
Oscurato facebook

Incontro aperto tra il dirigente e gli studenti .«Pronti a denunciare i delatori della minorenne». Un alunno: «Sui social network ci sentiamo leoni»

Como

Proposte indecenti a scuola a 14 anni. Su facebook gli studenti additano una alunna di prima di aver offerto sesso nei bagni della scuola in cambio di due euro e mezzo, ora l’istituto senza paura apre le porte per riflettere.

Incontri e assemblee si susseguono a ritmo intenso in questi giorni. Abbiamo assistito al confronto in una classe quarta tra studenti e dirigente scolastico, nel tentativo di ragionare insieme sull’accaduto che ha coinvolto una ragazza in difficoltà.

Il responsabile della scuola ha spiegato: «L’accaduto è ancora troppo fresco, la ragazzina è a casa con il conforto di uno psicologo. Nel mentre lavoriamo con le classi. Le proposte della ragazza non sono mai state concretizzate, ma i ragazzi non capiscono le conseguenze delle loro azioni, dei loro messaggi sui social network. Fosse uscito il nome della minorenne sarebbe scattata una denuncia».

La pagina facebook nel mentre è stata chiusa già la notte scorsa.

Gli studenti dibattono con forza, uno dice: «Questa ragazza appena arrivata nella scuola aveva la nomea della poco di buono. Lo sapevano tutti, anche fuori dalla scuola». La docente ribatte: «Noi, specialmente i più grandi, dobbiamo riuscire a valutare con senso critico. Forse questo suo esporsi era un modo di chiedere aiuto, di mostrare la propria fragilità. Invece di scrivere su facebook dobbiamo essere capaci di confrontarci con professori e genitori, di parlarne con coscienza con gli adulti».

Un compagno alza la mano: «Io non ho detto nulla perché mi pareva assurdo, ho pensato che fosse una delle tante cose che si dicono, una sciocchezza». Una studentessa cerca di spiegare: «Io ho anche parlato con questa ragazza, le ho offerto il mio aiuto. Ma lei forse per timidezza non ha detto nulla, scena muta. Credo sia troppo piccola e troppo introversa».

A stretto giro una compagna: «Io penso che questa ragazza abbia grandi fragilità proprie, già prima di venire in questa scuola».

E ancora da un altro banco: «Tanti giovani non osano dire le cose in faccia alle persone, preferiscono scrivere su facebook. Nella realtà virtuale siamo tutti grandi, tutti leoni».

Il dibattito, fatto in ogni classe, ha cercato anche di capire le responsabilità del creatore della pagina del social network in questione, le voci sul conto della ragazzina però sono partite ben prima che dalla rete informatica, ma da corridoi e cortili.

La docente ha lasciato spazio a voci e domande, cercando di tenere il filo: «Serve collaborazione, prima di parlare o scrivere serve riflettere. Le parole creano danni, potevano portare anche a comportamenti di grave rilevanza penale». Una buona lezione.n

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