«Stazione S. Giovanni
sono spariti i soldi»

Lucini e Gerosa contro le Ferrovie: «Ad aprile promessi 4 milioni per rifare lo scalo, non si muove foglia»

«Situazione desolante e non ci rispondono nemmeno. Figuracce con i turisti, un’odissea per i disabili»

Tante promesse, zero fatti. E ora il Comune alza la voce. I quattro milioni garantiti dalle ferrovie per rimettere a nuovo la stazione San Giovanni sono rimasti sulla carta. Tutto fermo anche sul fronte del collegamento tra linea Fs e linea delle Nord, in via Scalabrini.

Due progetti annunciati a più riprese, mai tradotti - però - in cantiere effettivi. Il sindaco Mario Lucini e l’assessore ai trasporti Daniela Gerosa hanno spedito una lettera durissima alla Regione, denunciando l’immobilismo e chiedendo un intervento dell’assessore Maurizio Del Tenno. Il 24 aprile scorso, scrivono i rappresentanti del Comune, la società Rfi (Rete ferroviaria italiana)«informava che il piano investimenti 2013-2015 avrebbe previsto a San Giovanni, tra l’altro, il rifacimento delle pensiline, degli impianti di comunicazione al pubblico, dei sottopassi, della segnaletica e degli arredi». Inoltre «esprimeva l’intenzione di abbattere finalmente le barriere architettoniche che ancora non consentono una libera fruizione delle banchine». «L’investimento complessivo previsto, 4 milioni di euro, faceva ben sperare - prosegue la lettera - Dobbiamo però riscontrare che a tutt’oggi non è giunta a questa amministrazione notizia di alcuna proposta progettuale in tal senso». In sintesi: dopo tante belle parole, non si muove foglia. Lucini e Gerosa definiscono «desolante» la situazione di San Giovanni, da anni al centro di polemiche e proteste. Sottolineano che «oggi non è possibile accogliere al meglio pendolari, cittadini e turisti in arrivo da tutto il Paese e dall’estero, a causa delle gravi carenze della principale stazione ferroviaria». Si cita poi la «degradante odissea che devono affrontare le persone a mobilità ridotta, impossibilitate ad attraversare i binari in sicurezza vista l’assenza di scale mobili o sollevatori».

«Crediamo fortemente - aggiungono - che lo stato di generale degrado non sia più accettabile. Chiediamo un’urgente conferma degli impegni assunti e un incontro in Regione con i responsabili di Rfi e Centostazioni». A proposito della lettera, Lucini spiega: «Il milione promesso per il 2013 non l’abbiamo visto e nulla si sa degli altri tre garantiti entro il 2015. Abbiamo chiesto un sacco di volte a Rfi ma non ci rispondono nemmeno, ora quindi ci siamo rivolti alla Regione». E l’assessore Gerosa rincara la dose parlando di «stazione e piazzale da terzo mondo, un inaccettabile biglietto da visita per l’Expo».

L’amministrazione comasca è furibonda anche per il silenzio calato sul progetto di fermata unica a Como Sud, unificando le stazioni Albate-Fs e Camerlata-Nord. Previsti un sovrappasso pedonale, un parcheggio e un sistema di percorsi. Opere finanziate con fondi europei ottenuti dalla Regione. Dal giugno scorso, spiega la lettera, «nulla è più stato comunicato». «Il Comune, per poter procedere nella pianificazione dei servizi collegati (trasporto pubblico locale e piano dei parcheggi), necessita al più presto di una risposta definitiva riguardo alla realizzazione dell’opera».

Palazzo Cernezzi batte i pugni sul tavolo, insomma. I comaschi non riuscirebbero a digerire l’ennesima beffa. L’ultima in ordine di tempo, peraltro, è recente: il ridimensionamento del “Tilo”, deciso dalla Svizzera. Treni tagliati, visto che - sostengono gli elvetici - l’Italia non ha fatto quel che doveva per supportare il servizio. n

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