Tassista-soccorritore travolto
I colleghi: «Un eroe della strada»

Gli autisti milanesi hanno messo un nastrino nero sulle loro auto per ricordare l’autista di Carugo«Un altro angelo, un uomo semplice, muore mentre aiuta persone in difficoltà»

Un nastrino nero sull’antenna delle proprie auto bianche. Così i tassisti di Milano hanno deciso di ricordare il collega e amico Eugenio Fumagalli, scomparso all’alba di domenica, travolto da un’auto mentre prestava i primi soccorsi a una coppia rimasta incastrata a bordo della macchina sulla Milano-Meda a seguito di un tamponamento innescato da una macchina pirata.

I ragazzi poco più che ventenni si sono salvati mentre sono stati del tutto vani i tentativi di rianimare il carughese: l’impatto è stato fatale per l’uomo di 47 anni. Oggi lo piangono due comunità, non solo Carugo dove risiede da qualche anno in un complesso residenziale nato a ridosso dell’oratorio, ma anche Albiate, piccolo comune in provincia di Monza e Brianza, dove è nato e cresciuto con i genitori.

Nei prossimi giorni si svolgeranno i funerali, con ogni probabilità nel paese dove abita la famiglia. Alla cerimonia ci saranno anche i suoi colleghi, «ognuno a bordo della propria auto bianca per dargli l’ultimo saluto».

Al dramma della morte, i tassisti hanno risposto con la solidarietà, ribadendo la vicinanza alla famiglia e scegliendo di «sensibilizzare l’opinione pubblica esponendo per alcuni giorni un fiocco nero sulle antenne dei taxi, in ricordo del collega perduto e di quanto possano essere pericolose le strade se non ci si attiene alle norme» ha scritto la categoria in una breve nota diffusa attraverso la piattaforma dell’Unione Artigiani.

Che si conclude così: «Un altro angelo della strada, un eroe dei giorni nostri, un uomo semplice, muore mentre stava aiutando persone in difficoltà».

A tradire Eugenio è stata, infatti, quella stessa generosità che metteva a servizio degli altri ogni giorno. Ne sono convinti gli amici, tassisti che con lui hanno condiviso un percorso di oltre dieci anni di lavoro, ossia da quando Eugenio, ex carabiniere, è subentrato nel 2011 al volante di papà Francesco che gli ha “regalato” la sua licenza. Da domenica, però, “Zulu 38”, al servizio per “Radio Taxi Milano 6969” non risponde più: così Eugenio aveva scelto di chiamare il proprio taxi, rendendo omaggio al valoroso popolo africano.

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