Ticosa al palo
dopo sette anni

Il 27 gennaio del 2007 demolizione del corpo a C. Ancora non sono stati eliminati tutti gli inquinanti

Il sindaco: «Comunque vada, non è un fallimento»

Como

Era un freddo sabato di fine gennaio. Il 27. L’orologio segnava le 18.08 quando, sullo scheletro del corpo a C, si vide il primo squarcio. Doveva nascere un nuovo quartier. Sette anni dopo non è stata posata nemmeno la prima pietra. Non solo. Sette anni dopo il rischio, tutt’altro che ipotetico, è che si debba ricominciare tutto da zero. Se non si superano gli ostacoli normativi, tra Comune e Multi, potrà esserci solo la parola addio. Dopo sette anni di alti e bassi. Una crisi, insomma, destinata a finire in un divorzio a meno di clamorosi sviluppi di una vicenda che, da 84 mesi, ha assunto i contorni della telenovela. Peccato soltanto che sia tutto vero.

Il sindaco Mario Lucini dice chiaramente che «la partita non è chiusa» e che «ci sono approfondimenti legali in corso», ma non nasconde che «le criticità ci sono». L’eventualità che salti tutto, insomma, è talmente concreta che gli uffici comunali stanno già lavorando a un piano per l’area, da attuare non appena sarà terminata la bonifica. Bonifica che è in corso ormai da sette anni.

In realtà a portare alle stelle i costi - siamo a 5 milioni di euro - è stata ancora una volta la sostanza che sembra essere una maledizione per l’area Ticosa: l’amianto. Eternit spezzettato e rimasto sotterrato in una parte del parco che ha portato al primo aumento dei costi e, ancora, altro amianto ritrovato nel sottosuolo che ha portato all’esorbitante cifra di quasi 5 milioni.L’unica consolazione è che se non si farà più nulla, il sindaco riporterà i posteggi in Ticosa.

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