Venti terremoti negli ultimi 15 anni
«Tutto normale, Como non rischia»

L’episodio del 16 febbraio al centro di una serata divulgativa dell’associazione Proteus

E più rischioso un terremoto di magnitudo 3 a Como di un terremoto di magnitudo 8 in cima a una montagna. Ma è più probabile che da queste parte si subiscano danni a causa di un terremoto forte con epicentro altrove che non a causa di un terremoto debole con epicentro locale. Su questi presupposti Filippo Camerlenghi, divulgatore scientifico con laurea in geologia dell’associazione comasca Proteus,ha confermato che dopo il terremoto di febbraio con epicentro a Faggeto Lario sta continuando a dormire sonni tranquilli, nonostante abiti ad Albavilla e abbia sentito la scossa sotto i piedi.

Ma cosa è successo allora a Como? È stato spiegato nel corso di un incontro alla darsena di Villa Geno dove si trova la sede dell’associazione. Intanto nel sottosuolo comasco ci sono diverse faglie tra cui le due più importanti, il retroscorrimento di Monte Olimpino e il sovrascorrimento del monte Bolettone, considerate inattive fino al decennio scorso. L’università dell’Insubria ha trovato evidenze di attività sismiche recenti in relazione ai tempi geologici, vale a dire i tempi di movimento delle zolle che scorrendo modificano la morfologia delle terre emerse nell’arco di migliaia di anni.

Tutto ciò non significa che il sisma avvertito in buona parte della provincia e in città fino ad Albate sia dovuto a un risveglio delle faglie sotto ai nostri piedi. Al contrario, questo sarebbe improbabile stando ai risultati raggiunti fino a questo punto dagli studi in corso.

Eppure nel nostro territorio, ufficialmente considerato a bassa sismicità, la pericolosità è elevata. «Siamo al confine tra una zona a bassa sismicità a est e una zona non sismica a ovest - ha chiarito l’esperto - ma la pericolosità dipende dall’urbanizzazione oltre che dall’intensità del terremoto. Una scossa lieve senza i dovuti accorgimenti costruttivi può provocale la caduta di un cornicione e piccoli danneggiamenti che mettono in pericolo la vita delle persone».

E la scossa forte quanto basta per fare danni, verosimilmente, potrebbe arrivare non tanto dal sottosuolo comasco quanto dalla zona dell’Appennino tosco-emiliano. Guardando i dati ufficiali dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, nel raggio di 30 chilometri da Como ci sono stati 20 terremoti dal 2000 ad oggi.

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