Via Scalabrini da incubo.
Colpa del passaggio a livello

L’attesa dei treni diventa snervante, soprattutto alla mattina. «È normale vedere decine di auto in coda, si blocca la rotatoria»

Una strada ad alto scorrimento, nel bel mezzo di una zona industriale, interrotta da un passaggio a livello che rimane chiuso per diversi minuti ogni volta che transita un treno diretto a Como o a Milano.

Tanto basta perchè in via Scalabrini, ogni giorno, si replichi una situazione di caos incontrollato, dove auto ferme in mezzo alla strada in attesa del segnale verde di via bloccano l’intera circolazione della zona, impedendo a tutti gli altri automobilisti – anche a quelli che devono semplicemente girare intorno alla rotonda per andare in direzione via Vandelli e via del Lavoro – di poter proseguire il proprio viaggio.

La colonna causata dalla linea ferroviaria – in quel tratto di via Scalabrini compreso tra Camerlata e Grandate passano i convogli di Trenord - è visibile soprattutto nelle ore di punta, quando l’alto numero di mezzi in circolazione sulla strada si trova a dover convivere con sei passaggi del treno ogni ora: tra le 6.30 e le 10 del mattino, ad esempio, ogni sessanta minuti ci sono tre treni che viaggiano in direzione Como e altri tre che vanno nella direzione opposta. Il che significa, cronometro alla mano, quasi 20 minuti di sbarre abbassate ogni ora visto che in media il semaforo della stazione resta rosso per circa tre minuti. (Quando abbiamo provato noi, le sbarre sono rimaste abbassate per 3 minuti e 2 secondi, ndr.).

Un incubo per automobilisti e motociclisti, che per evitare di restare in colonna e perdere tempo inutile devono programmare il loro viaggio al secondo e sperare che non ci siano ritardi sulla linea ferroviaria.

«È normale vedere decine di auto in colonna, in attesa di passare. Generalmente chi può si mette il più possibile a lato della strada per non intralciare troppo, ma la via è stretta e gli incolonnamenti sono inevitabili. A subirne le conseguenze sono coloro che rimangono dietro e che non si possono muovere».

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